Roberto Cingolani, Ministro dell’Ambiente, nella seconda giornata di Youth4Climate, conferenza dei giovanile sul clima in corso a Milano, si complimenta per le idee presentate dai partecipanti e durante l’incontro risponde alle domande dei 400 giovani incaricati di fare proposte.
Il ministro incontra i 400 ragazzi che presenteranno domani proposte ai ministri partecipanti alla Pre-Cop26 le loro idee per la difesa del clima. Il Ministro Cingolani afferma: “I ragazzi sono fenomenali, sono bravissimi. Sono davvero eccezionali. Sono maturi, come si è sentito nei dibattiti mattutini di oggi», ha sottolineato il ministro, che ha suggerito ai ragazzi di essere molto precisi nelle proposte che saranno tratteggiate nero su bianco nel documento di trattativa. E nel documento finale, il ministro si dichiara fiducioso.
Una lettera negoziale per i giovani affronterà quattro temi (ambizione climatica; ripresa sostenibile; partecipazione di attori non statali; società più attente al clima) e oggi i gruppi di lavoro saranno chiusi e domani ci sarà un dibattito giovanile. e ministri che partecipano a Pre-Cop26.
A Youth4Climate hanno partecipato 400 aspiranti ragazzi e ragazze da tutto il mondo, con le idee chiare e non disposti a scendere a compromessi, ha affermato Marirosa Iannelli, coordinatrice della sezione Clima e advocacy di Italian Climate Network, youth advisor per la Youth4Climate nell’ambito di Coo26 che afferma:
“Sicuramente tutti i giovani hanno un livello di preparazione molto alto; sono abbastanza combattivi e non vogliono scendere a compromessi”. E non solo, spiega Iannelli: “Molti dei ragazzi presenti vengono da paesi dove gli impatti dei cambiamenti climatici sono visibili quotidianamente. E’ un problema che vivono sulla loro pelle. Hanno quindi una rabbia comprensibile, legittima data da una condizione difficile che vivono quotidianamente. Il documento sarà più che concreto. Lo è già adesso. La vera domanda però è un’altra: quanto queste richieste verranno declinate nell’implementazione dell’accordo di Parigi? Quest’anno a Glasgow dalla dichiarazione d’intenti i paesi dovranno necessariamente passare ai fatti. Il gap, dunque, è la negoziazione: quanto i paesi si troveranno veramente d’accordo e prenderanno quell’impegno concreto? Speriamo che non sia un gioco a ribasso e mi auguro che questo documento rafforzativo dei giovani non passi inosservato“.