Wall Street dopo la pubblicazione degli utili delle Big Banks Usa, ovvero delle banche tra le più grandi degli Stati Uniti, in primis JP Morgan, banca numero uno per valore di asset.
Gli investitori guardano non solo alla trimestrale, che è stata migliore delle stime, ma alla cautela manifestata dal ceo del colosso, Jamie Dimon.
Pur parlando di un’economia, quella americana, che “rimane solida”, Dimon ha avvertito che “non conosciamo ancora quelli che saranno gli effetti ultimi degli ostacoli che derivano dalle tensioni geopolitiche, che includono la guerra in Ucraina, la vulnerabilità dell’ offerta di energia e di beni alimentari, l’inflazione persistente che sta erodendo il potere di acquisto e che ha fatto salire i tassi di interesse, e il Quantitative Tightening (della Fed) senza precedenti”.
Per Jamie Dimon, lo scenario di base è quello di “una recessione moderata”.
“Rimaniamo vigili – ha aggiunto il ceo di JP Morgan – e siamo pronti a qualsiasi cosa dovesse accadere, in modo da poter servire i nostri clienti, e le comunità di tutto il mondo”.
Il titolo JP Morgan è sotto pressione, in perdita alle 16 circa ora italiana dell’1%. Giù anche i titoli delle altre banche che hanno riportato le trimestrali, ovvero Wells Fargo e Bank of America, che cedono rispettivamente più del 4% e del 3%.
Il Dow Jones cede lo 0,15%, il Nasdaq arretra dello 0,40% e lo S&P perde lo 0,46%.
All’indomani dell’Inflation Day, non è di buon auspicio per chi scommette sul continuo rallentamento dell’inflazione made in Usa, e dunque su strette di minore entità da parte della Fed di Jerome Powell (se non addirittura di tagli ai tassi), l’indice dei prezzi alle importazioni degli Stati Uniti, diffuso prima dell’inizio della giornata di contrattazioni.
Nel mese di dicembre i prezzi alle importazioni degli Stati Uniti sono saliti dello 0,4%, tornando ad aumentare dopo cinque mesi consecutivi di ribassi, rispetto al calo dello 0,9%
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