Il direttore dell’INMI Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, torna sul tema del vaccino anti-Covid ai bambini della fascia di età 5-11 anni
L’esperto, in vista della quarta ondata e dei dati in continua crescita nel Vecchio Continente afferma: “Ho detto più volte che il tema non è vaccinare o non vaccinare i bambini ma in questa fase dell’epidemia ritengo che sia giusto immunizzare solo i bambini fragili. Abbiamo letto l’appello del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, e lo faccio mio. L’Oms ha sottolineato che non è insensato il vaccino a bimbi e il booster a sani se chi rischia è senza. Oggi la comunicazione scientifica è incerta perché ci sono comunque dei rischi nelle vaccinazioni in generale – ha evidenziato Vaia – In Israele hanno visto che ci sono casi di miocarditi nei bambini e quindi vaccinano solo i fragili. Io credo che sia saggio in questo momento vaccinare nella fascia 5-11 anni solo loro. Se dovessero cambiare le cose e avremo maggior elementi scientifici su questo tema si potrebbe di estenderla a tutti. Resto favorevole gli over 12 perché hanno una maggiore socialità. La responsabilità sociale, ribadisco, non deve essere dei bambini ma degli adulti, dei genitori, dei nonni e dei docenti”.
I pediatri affermano che in 2 mesi sono stati oltre 24mila casi tra bambini di 6-10 anni e che occorre il vaccino: lo ha segnalato un rapporto della Società italiana di Pediatria (Sip) e dell’Associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi) “sull’implementazione della strategia vaccinale nella fascia 5-11 anni”. Dal documento si evince il notevole aumento dei bambini positivi al Covid-19. “Da un confronto con i dati pubblicati dall’Iss il 25 agosto, emerge che in poco più di due mesi, per la sola fascia di età 6-10 anni, c’è stato un incremento pari a 24.398 casi. L’auspicio, in quest’ottica, è che nella fascia pediatrica siano raggiunti “alti livelli di copertura vaccinale, quali validi interventi preventivi, finalizzati a scongiurare ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus pandemico sostenute da varianti emergenti con maggiore trasmissibilità”.