Un esercito di 2.997 lavoratori per il Reddito di cittadinanza dovranno trovarsi lavoro

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
cambiamenti Reddito di Cittadinanza

Reddito di cittadinanza e lavoratori  che lo hanno reso possibile: Cgil chiede proroga indispensabile per l’esercito di persone che si occupano di questo reddito  e tra le soluzioni anche le quote di riserva in concorsi pubblici

Per quasi 1900 Navigator il 30 aprile prossimo ci sarà una triste evento: ovvero si verificherà lo scadere del contratto di lavoro nato assieme al Reddito di cittadinanza e conquistato nel luglio 2019 al termine di una tortuosa selezione pubblica. Non sono bastate due proroghe. Quella in scadenza tra 10 giorni servirà ad incitare ad una soluzione definitiva per questi precari, che compongono un  esercito di 2.997 lavoratori poi ridotti pian piano a 1.886 persone. Professionisti che hanno operato nei Centri per l’Impiego con contratti di collaborazione per Anpal servizi.

Durante il tavolo convocato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando si parlerà delle richieste sindacali. Ecco le richieste dei maggiori gruppi:  Nidil, Felsa Cisl e Uiltemp che però non si sbilanciano ancora in previsioni, anzi sono cauti e dicono di incrociare le dita e sperano piuttosto nella volontà politica del governo di dipanare la matassa.

Il segretario confederale Cgil, Tania Scacchetti mette in fila le richieste dei sindacati tra cui quelle quote di riserva nei concorsi pubblici con cui dare continuità, prospettiva e stabilizzazione al lavoro di questi Navigator”.  Il tutto non può prescindere da una nuova proroga dei contratti che i sindacati metteranno giocoforza sul tavolo.

Silvia Simoncini, segretario generale Nidil Cgil che confida nella ” volontà politica” del governo, la sola in grado di riuscire ad individuare “una soluzione tecnica” afferma: “Andremo a sentire quello che Orlando ha da dire ma anche a rivendicare soluzioni. La proroga è un elemento indispensabile e diventa la priorità in questo momento visto che a 10 giorni dalla scadenza anche si individuassero alternative valide mancherebbero i tempi tecnici per la messa a punto di percorsi di stabilizzazione”. 

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