Un anno di Lavazza con un calendario che fa sperare

Di Barbara Molisano 4 minuti di lettura

 “I CAN CHANGE THE WORLD” è il titolo del nuovo calendario 2022 del celebre brand di caffè Lavazza. Un’opera d’arte che appassiona e che crea un ponte con la natura incontaminata e lancia una sfida ovvero quella di creare una “Nuova Umanità”.

Lavazza propone un viaggio di un anno non nei suoi prodotti o nel mondo del caffè ma un viaggio volto ad un conquista importante ovvero nella scoperta di  “Nuova Umanità”, un viaggio che sia in grado di  ispirare una persona a identificarsi pienamente con i valori in cui crede, facendoli tutt’uno con la propria vita. Per farlo si inizia proprio dall’immedesimarsi in una  natura incontaminata, come un paesaggio, quasi misticamente fuso nell’unione con l’ambiente o al centro del palcoscenico, in primi piani che rivelano l’anima, lontano dai selfie superficiali con cui ci esponiamo quotidianamente sui social in maniera improvvisata ricerca del consenso.

I volti e i corpi che propone Lavazza sono i protagonisti delle immagini magiche di Emmanuel Lubezki, tre volte premio Oscar della fotografia. In Lubezki rivivono un mix di influenze come  Tim Burton, Alfonso Cuarón, Terrence Malick, Alejandro González Iñárritu, i più grandi registi e ricercatori dei misteri dell’anima umana quando entra in contatto con il suo essere più profondo e con l’universo segreto in cui viviamo,  persone che fanno della loro ricerca artistica uno strumento per assumere l’impegno di migliorarsi e rendere il nostro ambiente di vita un luogo più equo per tutti, nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo e dei diritti che abbiamo.

Un calendario quello di Lavazza vissuto in un’ottica di sostenibilità e con una visione del mondo divisa in sei diversi momenti della giornata. Vediamo i vari momenti come sono stati raccontati dall’artista durante la conferenza stampa di presentazione dell’opera:

  • l’alba, da il musicista impegnato Ben Harper contro la disuguaglianza sociale e la sensibilizzazione sulle conseguenze della crisi climatica, le cui braccia tatuate entravano in empatia con i rami degli alberi;
  • l’alba per la rapper rifugiata afgana Sonita Alizada, che denuncia attivamente i matrimoni forzati e le spose bambine, il cui vestito sembra smaterializzarsi in unione al vento che l’abbraccia;
  • giorno, per la biologa marina Christine Mittermeier, che documenta la distruzione degli oceani e si fa fotografare dal fondo del mare, illuminata dalla penetrante luce solare mentre galleggia in armonia sulla superficie dell’acqua;
  • tramonto per la ballerina di strada Shamell Bell, che combatte contro razzismo, sessismo e omofobia e qui sembra letteralmente smaterializzarsi, troppo luminosa per accettare la natura che la circonda;
  • twilight per la designer di gioielli Shilpa Yarlagadda, che promuove e sostiene l’empowerment delle donne circondate da una danza di preziose particelle di luce;
  • notte, per Saipe, pioniere della land art sostenibile con le sue opere monumentali per la tutela del pianeta e la coesione sociale, solo sul ghiaccio, dove la notte è bianca e la rifrazione della luce abbatte confini e orologi.

 

Condividi questo articolo
Exit mobile version