(Money.it) L’epidemia di influenza aviaria è ormai ufficiale in Italia e ha colpito i volatili selvatici in tutta la pianura padana: il Veneto è tra le regioni più colpite.
I primi casi erano stati individuati a inizio ottobre nella zona della foce del Po, ma il virus ha preso a espandersi, sebbene con pochi casi accertati, fino in Friuli, Emilia Romagna, Lombardia e, attualmente si registrano alcuni casi, persino nelle Marche, in Umbria e Sardegna.
Questi i dati riportati venerdì 24 febbraio sul sito dell’Istituto profilattico delle Venezie. Numerose le specie colpite, dai gabbiani, fimo a colpire altri volatili quali il fenicottero e l’airone cinerino.
In ogni caso è bene che nessuno si avvicini o tocchi le carcasse degli uccelli morti, allertando invece immediatamente la Polizia locale. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul virus e l’epidemia e quali sono le norme di sicurezza da adottare.
Uccelli morti in strada, è allarme aviaria: cosa sta accadendo e dove
In queste ultime settimane di febbraio sono stati numerosi gli uccelli morti per aviaria rinvenuti sulle rive del lago di Garda, dove è esplosa l’epidemia.
I primi ritrovamenti delle carcasse di gabbiani si sono registrati nella zona tra Desenzano e Lonato, per poi giungere proprio in questi ultimi giorni anche nell’area di Peschiera e Lazise. Eppure il virus non ha colpito solo questi volatili, bensì sta colpendo anche altre specie selvatiche. Sono risultati positivi al virus anche specie quali il germano reale, fenicotteri rosa, cigno reale, airone cenerino, anche un picchio rosso. Stando ai dati condivisi dall’Istituto profilattico d
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