(BorsaeFinanza.it) Sergio Ermotti torna al comando di UBS dopo più di due anni. Secondo una dichiarazione della banca svizzera, la prossima settimana, in occasione dell’assemblea generale, ci sarà il passaggio di consegne tra l’attuale amministratore delegato Ralph Hamers e il top manager che aveva guidato il principale istituto di credito della Svizzera dal 2011 al 2020.
UBS quindi si affida all’esperienza di Ermotti in tema di crisi e ristrutturazioni per gestire la fase delicata relativa all’acquisizione di Credit Suisse. Il 62enne di Lugano aveva affrontato i periodi più bui in UBS quando l’azienda di credito fu coinvolta nella vicenda dei trader disonesti che l’avevano messa in cattiva luce. A quel punto Ermotti ha tagliato gran parte dell’attività di trading a reddito fisso, riducendo la banca d’investimento e concentrandosi maggiormente sulla gestione patrimoniale.
Tra l’altro ha dovuto gestire anche un caso di evasione fiscale in Francia che ha generato un’enorme multa per la banca, in quanto accusata di aver aiutato alcuni soggetti danarosi francesi a nascondere i capitali al fisco in conti svizzeri non dichiarati. Il mercato ha accolto bene la nomina di Ermotti, con le azioni UBS che nelle prime ore di contrattazione alla Borsa di Zurigo sono salite del 2,59% a 18,20 franchi svizzeri.
UBS: ecco perché il ritorno di Ermotti
Con il ritorno di Sergio Ermotti, UBS riprende la tradizione di nominare almeno un dirigente locale al vertice dell’azienda. La regola era stata interrotta, con l’attuale CEO Ralph Hamers che è olandese e il presidente Colm Kelleher che è irlandese. La motivazione della nomina di Ermotti però è evidentemente un’altra e attiene alla sua grande esperienza nel gestire le situazioni di
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