(BorsaeFinanza.it)
Norges Bank Investment Management, il fondo sovrano norvegese da 1.400 miliardi di dollari, risulta essere il maggiore azionista di UBS con una quota superiore al 5%. Il più grande fondo sovrano del mondo è azionista del gruppo bancario da quasi vent’anni e ora è arrivato al primo posto tra i soci più rilevanti superando i grandi investitori americani Dodge & Cox e BlackRock.
Norges Bank era anche tra i primi dieci investitori in Credit Suisse, l’istituto di credito crollato a marzo e che ha costretto lo Stato svizzero a organizzare un salvataggio di emergenza da 3 miliardi di franchi svizzeri mediante una fusione con UBS. Il fondo norvegese aveva venduto la sua quota di partecipazione in Credit Suisse e si è espresso su quanto accaduto: “Il governo svizzero ha fatto i passi giusti per salvare Credit Suisse. In questo modo ha evitato una situazione incontrollabile sulla piazza finanziaria svizzera e non solo” ha dichiarato l’amministratore delegato di Norges Bank, Nicolai Tangen, nelle settimane successive all’accordo.
UBS: gli ultimi movimenti sul capitale
Chi detiene azioni UBS deve comunicare alla società e alla SIX Swiss Exchange se la partecipazione raggiunge, scende al di sotto o supera il 3%, 5%, 10%, 15%, 20%, 25%, 331/3%, 50% o 662/3% dei diritti di voto. Sulla base delle notifiche di comunicazione depositate presso UBS e la SIX Swiss Exchange ai sensi della Legge sulle Borse o, dal 1° gennaio 2016, della Legge federale sull’infrastruttura finanziaria, negli ultimi due anni si sono avuti i seguenti movimenti:
- il 28 gennaio 2022 Dodge & Cox International Stock Fund ha comunicato una partecipazione del 3,02%;
- il 29 marzo 2023 Artisan Partners Limited Partnership ha reso nota una quota pari al 3,03%;
- il 16 agosto 2023 BlackRock ha informato circa una partecipazione del 4,92%;
- il 1° settembre 2023 Norges Bank ha comunicato una partecipazione pari al 5%.
Le azioni in Borsa
Da quando la più grande banca svizzera ha acquisito il rivale Credit Suisse in default, le sue azioni alla Borsa di Zurigo sono aumentate circa del 30%. In particolare il cambio di marcia è arrivato dopo che UBS ha fatto sapere, il mese scorso, che non avrebbe chiesto il sostegno finanziario statale come era stato stabilito nell’accordo di salvataggio. Secondo l’accordo il governo svizzero avrebbe coperto le perdite scaturite dalla fusione con Credit Suisse fino a 9 miliardi di franchi mentre UBS si sarebbe accollato un passiv
© Borsa e Finanza