Twitch sta licenziando il 35% della sua forza lavoro? Vediamo le indiscrezioni

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
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Twitch sta licenziando il 35% della sua forza lavoro? Vediamo le indiscrezioni

Twitch, di proprietà di Amazon, si prepara a licenziare il 35% dei suoi dipendenti, ovvero circa 500 persone. Questa è la notizia citata da Bloomberg proveniente da “persone che hanno familiarità con la questione”.

La mossa fa seguito a una riduzione dell’organico di circa 400 persone nel 2023 e alla decisione di Twitch di farlo cessare le operazioni in Corea. I tagli potrebbero essere annunciati mercoledì, ma non sono stati forniti altri dettagli, incluso chi potrebbe essere interessato.

Le perdite di Twitch

Secondo quanto riferito, la mossa è stata fatta tra le preoccupazioni per le perdite di Twitch, che non è riuscita a diventare redditizia nove anni dopo Amazon l’ha acquisita per quasi 1 miliardo di dollari. I costi di gestione del sito sono enormi, dato che supporta circa 1,8 miliardi di ore di contenuti video in diretta al mese. Un problema simile ha costretto Twitch a lasciare la Corea del Sud, anche se il CEO Dan Clancy ha affermato che i costi sono “dieci volte più costosi” rispetto ad altri paesi.

Verso la fine dello scorso anno, diversi dirigenti chiave hanno lasciato l’azienda, tra cui il chief product officer, il chief customer officer, il chief revenue officer e il chief content officer. Lo stesso Clancy è amministratore delegato da meno di un anno, come lui sostituito co-fondatore e CEO Emmett Shear nel marzo del 2023.

Nel tentativo di aumentare la redditività, Twitch ha rielaborato il modo in cui fa pubblicità e paga gli streamer negli ultimi anni. Il sito contava oltre 50.000 creatori partner nel 2022 e molti, secondo quanto riferito, hanno elogiato Clancy per aver utilizzato un approccio più pratico e per aver ascoltato le loro preoccupazioni.

La società madre Amazon ha intrapreso una missione di riduzione dei costi, avendo licenziato 27.000 dipendenti negli ultimi due anni, di cui 9.000 nel 2023. Ciò fa parte di una recessione che ha interessato le aziende tecnologiche, con licenziamenti su larga scala l’anno scorso su Google, Meta, Spotify, Epic Games, Unity e altri.

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