Tutte le ambiguità delle banche centrali: cosa nascondono Bce e Fed?

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Con gli incontri di luglio di Fed e Bce archiviati, l’appuntamento è per settembre con una sole certezza: tutto può davvero accadere, considerando che Powell, ma soprattutto Lagarde, hanno pronunciato parole ambigue e molto prudenti sul prossimo futuro.

Nuovi rialzi o pausa nell’aumento dei tassi: le due opzioni sono sul tavolo e soltanto i dati macro che verranno aggiornati nelle settimane a venire sveleranno cosa fare con un costo del denaro che intanto è giunto a livelli record, cominciando a lasciare segni importanti di inasprimento su mutui e prestiti.

Nelle parole caute dei governatori, si nascondono incertezze sulle prossime decisioni o la volontà di non alimentare nervosismi o entusiasmi nei mercati prima del tempo? Cosa significa l’ambiguità di Fed e Bce e cosa aspettarsi per settembre.

Perché Fed e Bce sono state ambigue sui prossimi incontri?

Giovedì la Bce ha alzato i tassi di un quarto di punto percentuale, ma ha abbandonato l’indicazione che i costi dei prestiti sarebbero continuati a salire, proprio come aveva fatto la Federal Reserve americana il giorno prima.

Christine Lagarde ha confermato dopo l’incontro che il nono rialzo consecutivo dei regolatori dei tassi potrebbe essere l’ultimo, affermando che alla prossima riunione politica di settembre la Bce potrebbe alzare i tassi o fermarsi. “È un forse decisivo”, ha detto Lagarde, riassumendo il suo approccio più neutrale.

Mercoledì, il presidente della Fed Jay Powell era stato altrettanto ambiguo. Dopo l’aumento del tasso di un quarto di punto aveva detto che, mentre era “certamente possibile” che avrebbe sollevato nuovamente i costi di prestito a settembre, era anche “possibile la scelta di rimanere fermi a quella riunione”.

Gli investitori e gli analisti hanno interpretato il cambiamento retorico come un chiaro segnale che i tassi sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona erano ora al loro picco, o vicino a esso. In effetti, Lagarde ha risposto alla maggior parte delle domande nella conferenza stampa dicendo che tutte le opzioni sono rimaste sul tavolo per “spezzare la schiena dell’inflazione”, ma ha anche evidenziato:

“Abbiamo più terreno da coprire? In questo momento non lo direi”, quasi spontaneamente, sottolineando che le decisioni della Bce dipenderanno dai dati in arrivo.

La strategia adottata sembra dunque quella del non sbilanciamento in alcuna direzione. D’altronde, nella riunione di giugno l’Eurotower ha avuto da discutere sul ruolo dell’inflazione e su come misurarla, a testimonianza di un momento ass


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