Via libera all’elettrodotto Italia-Tunisia, un’opera di collegamento sottomarino da 850 milioni di euro volta a ottimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche tra Europa e Nord Africa. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (ex Transizione Ecologica) ha avviato un iter burocratico e ieri è stato reso noto che la Commissione Europea ha stanziato 307 milioni di euro per cofinanziare le infrastrutture. Un passaggio che la Roma definisce senza remore “un grande successo italiano”. “L’opera […] creerà un nuovo corridoio energetico tra Africa ed Europa, contribuendo alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico e aumentando la produzione di energia da fonti rinnovabili”, ha dichiarato il primo ministro Georgia Meloni in un breve comunicato stampa.
Elettrodotto Italia-Tunisia, che cos’è?
Il progetto consiste nella realizzazione di 200 km di cavi sottomarini ad alta tensione in corrente continua a quasi 800 metri di profondità attraverso il Canale di Sicilia. Un vero e proprio ponte elettrico da 600 MW in corrente continua che collegherà l’esistente centrale di Partanna in provincia di Trapani con un nuovo impianto sulla penisola di Capo Bon sul versante tunisino. Gli operatori del sistema di trasmissione di entrambi i paesi sono chiaramente coinvolti nella costruzione, vale a dire. Terna e Steg, la cui collaborazione sull’elettrodotto Italia-Tunisia è iniziata nel lontano 2000. Ma si è dovuto attendere il 2007 prima che i rispettivi governi firmassero una dichiarazione di intenti che desse concretezza all’iniziativa.
L’infrastruttura di connessione è ora inserita nell’elenco dei progetti di interesse comune della Commissione Europea in quanto considerata “di importanza strategica per il sistema di trasmissione dell‘energia elettrica nel bacino del Mediterraneo” con l’obiettivo di una piena integrazione del mercato.
A regime, infatti, l’elettrodotto Italia-Tunisia dovrebbe migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e consentire una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili.
“Attraverso questa opera l’Italia diventerà sicuramente il centro energetico del Mediterraneo”, ha dichiarato Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato di Terna. “Si tratta di un’infrastruttura strategica per il nostro Paese e per l’Europa, che può contribuire in modo significativo all’indipendenza energetica, alla sicurezza del sistema di approvvigionamento elettrico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili”. La società ha assicurato che gli studi sull’ambiente marino in corso determineranno il percorso migliore in termini di fondali ed ecosistemi.
Importanza di #TUNITA nell’Infrastruttura Energetica Comunitaria
Ma al di là dell’ambizione del progetto, il collegamento HVDC italo-tunisino rappresenta anche un’iniziativa fondamentale per l’infrastruttura energetica della comunità. Per questo la Commissione Europea ha stanziato 307 milioni di euro per la linea di trasmissione attraverso il Connecting Europe Facility (CEF) dell’UE. Questa cifra rappresenta oltre la metà del budget previsto per il Blocco per il bando CEF 2022. Ma, soprattutto, è la prima volta che questo fondo, specificamente dedicato alle interconnessioni nell’Unione Europea, sostiene opere infrastrutturali progettate da uno Stato membro e terzo.
“Si tratta di una data storica”, ha aggiunto Meloni, “perché l’Unione Europea ha dato il via libera a un progetto che coinvolge uno Stato membro con uno Stato terzo.[…] Il destino dell’Italia è quello di diventare il nuovo polo energetico di tutto il mondo. continente europeo, la nostra missione è intensificare la cooperazione con l’Africa per attrarre investimenti e sviluppo”.