Tregua fiscale, l’Agenzia chiarisce i vantaggi penali

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) La legge di bilancio 2023 ha previsto misure di pace fiscale che consentono di regolarizzare la propria posizione con il Fisco in modo volontario, in alcuni casi senza applicazioni di sanzioni, in altri casi con l’applicazione di sanzioni ridotte.

Questa però non è l’unica novità in campo fiscale, perché con il decreto legge 34 del 2023 si è provveduto anche a introdurre, per coloro che accedono alle misure di pace fiscale, delle cause di non punibilità per alcuni reati previsti da decreto legislativo 74 del 2000 andando così a introdurre importanti vantaggi penali per i reati tributari.

Si parla in questo caso anche di scudo penale.
Vediamo ora in quali casi viene esclusa la punibilità e come poterne beneficiare.

Reati per i quali con la definizione agevolata si ottiene la non punibilità

L’Agenzia delle entrate rende noto che viene esclusa la punibilità per i seguenti reati:

  • omesso versamento di ritenute (articolo 10 bis del decreto legislativo 74 del 2000;
  • omesso versamento Iva (articolo 10 ter d.lgs 74 del 2000);
  • indebita compensazione con utilizzo di crediti non spettanti (articolo 10-quater, comma 1).

In base a quanto stabilito con il decreto legge 34 del 2023 (articolo 23), si esclude la punibilità penale nel caso in cui le violazioni inerenti i reati prima elencati sono definite con una delle procedure di sanatoria fiscale previste nella legge di Bilancio 2023 (legge 197 del 2022), in particolare con applicazione dell’articolo 1, commi da 153 a 158 (definizione agevolat


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