(BorsaeFinanza.it) La corsa verso l’azzeramento delle emissioni di CO2 è in pieno svolgimento. Il provvedimento recentemente adottato dall’Unione europea sullo stop ai motori a benzina e diesel è solo l’ultimo passaggio dei tanti che sono stati fatti nella direzione della transizione energetica. E tanti devono essere ancora fatti. Le cifre illustrano bene quanto sia gravoso l’impegno, in termini di investimenti, della trasformazione del modo di vivere a cui siamo abituati.
Da marzo 2022 la spesa governativa globale a sostegno della produzione di energia pulita è aumentata di oltre 500 miliardi di dollari. Secondo l’International Energy Agency tra il 2026 e il 2030, anno nel quale è previsto il raggiungimento del traguardo delle emissioni zero, gli investimenti potrebbero arrivare a 4,2 miliardi di dollari in media all’anno.
Gli effetti a monte della transizione energetica
La domanda di materiali per costruire l’infrastruttura che permetterà di generare, trasmettere e stoccare energia pulita, è prevista in aumento nei prossimi anni. Allo stesso tempo, i mancati investimenti degli anni passati fanno sì che attualmente ci sia un deficit di offerta. John Ciampagnia, amministratore delegato di Sprott Asset Management è convinto che le società minerarie focalizzate su questi minerali siano ben posiziona
© Borsa e Finanza