Transizione 4.0, quali crediti di imposta fino al 2031

Di Barbara Molisano 8 minuti di lettura
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Il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano la PA, la giustizia, la semplificazione e la competitività, in piena coerenza con i sei pilastri del Next Generation EU riguardo alle quote d’investimento previste per i progetti green (37%) e digitali (20%).

Digitalizzazione, innovazione, competitività del sistema produttivo

I progetti nella missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” hanno l’obiettivo di favorire l’innovazione in chiave digitale, sostenendo l’infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese.

Il MISE punta, inoltre, a sostenere gli investimenti strategici nell’ambito della Transizione 4.0 e favorire i progetti innovativi per le filiere del Made in Italy.

Per le linee di intervento promosse dal Mise sono stanziati complessivamente 14,16 miliardi di risorse previste dal PNRR e dal Fondo complementare, così ripartite:

  • Transizione 4.0: sono stati stanziati 13,38 miliardi
  • Competitività e resilienza delle filiere produttive: sono stati stanziati 750 milioni

I progetti di investimento sono, inoltre, accompagnati dalla riforma sulla proprietà industriale che mira a definire una strategia pluriennale per promuovere la cultura dell’innovazione e gli strumenti di protezione e valorizzazione della proprietà industriale.

Nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, l’Investimento 1 “Transizione 4.0” ha l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese, incentivando gli investimenti privati in beni e attività, a sostegno della digitalizzazione attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta.

L’Investimento 1 “Transizione 4.0” ha una dotazione finanziaria di 13,381 miliardi di euro, a cui si aggiungono 5,08 miliardi del Fondo complementare.

L’intervento è articolato in 5 sub-investimenti:

  • Credito d’imposta per i beni strumentali materiali 4.0 di cui all’allegato A alla L. 232/2016;
  • Credito d’imposta per beni immateriali 4.0 di cui all’allegato B alla L. 232/2016;
  • Credito d’imposta per beni immateriali non inclusi nell’allegato B alla L. 232/2016;
  • Credito d’imposta per R&D&I;
  • Credito d’imposta per attività di formazione.

Mentre sono previsti una milestone e due target:

  • M1C2-1: Entrata in vigore degli atti giuridici per mettere i crediti d’imposta a disposizione dei potenziali beneficiari e istituzione del comitato scientifico al T4 2021;
  • M1C2-2: 69.900 crediti d’imposta concessi alle imprese sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel periodo 2021-2022 al T2 2024;
  • M1C2-3: 111.700 crediti d’imposta concessi alle imprese sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel periodo 2021-2023 al T2 2025.

Le novita’

La Legge di Bilancio n. 234 del 2021 come integrata dal Decreto Aiuti, D.L. 50/2022, convertito con modificazioni dalla L. 15 luglio 2022, n. 91, ha potenziato il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali.

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Questa misura serve per supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato.

Vediamo nel dettaglio le condizioni:

  • Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iper ammortamento)

2022. Nessuna modifica è prevista in riferimento al periodo d’imposta 2022, per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2022 o entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulti accettato e sia avvenuto il pagamento di acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione. Il credito d’imposta spetta nella misura del:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Dal 2023 al 2025. La proroga prevede una rimodulazione del credito d’imposta per investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025

  • 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

2026

  • Il credito d’imposta può essere esteso fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
  • Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0 (allegato B, legge 11 dicembre 2016, n. 232, come integrato dall’articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205)

Prolungamento di tre anni con progressiva riduzione del bonus.

Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.

  • 2022: 50% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • 2023: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • 2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • 2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
  • 2026: il credito d’imposta può essere esteso fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.

Non sono stati prorogati il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi ordinari, diversi da quelli indicati negli allegati A e B della legge 232/2016, sia materiali che immateriali, come mobili, arredi, macchinari e software non 4.0. In particolare:

Altri beni strumentali materiali (ex Super Ammortamento) diversi da quelli ricompresi nel citato allegato A

  • 2022: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro
  • 2023: il credito d’imposta può essere esteso fino

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