Tina Anselmi, da partigiana a ministra: chi era, cosa ha fatto e vita privata

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
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(Money.it) Furono oltre 100.000 le donne nella Resistenza partigiana, tra queste anche la giovane diciasettenne Tina Anselmi. La maggior parte delle donne che hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo non hanno però mai ricevuto riconoscimento. Per questo ogni anno si celebrano partigiani e partigiane che hanno liberato il Paese, facendo emergere storie dalle più piccole alle più grandi, il cui ricordo permette di riassegnare a queste donne il loro ruolo nella storia.

Il ruolo delle donne all’interno della Resistenza non fu affatto marginale. L’esperienza di Tina Anselmi ne racconta una parte. Le donne hanno combattuto nelle battaglie più dure, hanno percorso centinaia di chilometri con messaggi importanti e hanno svolto ruoli strategici per la salvezza dei compagni e del Paese. Oltre alla prima linea, ci sono state donne che la resistenza l’hanno fatta nelle fabbriche e nelle famiglie, continuando a sostenere piccole realtà da sole.

Un nome noto della Resistenza, che da partigiana si è ritrovata a svolgere attività politica e da ministra, è proprio quello di Tina Anselmi. Ecco chi è e cosa sappiamo della sua vita.

Chi è Tina Anselmi: biografia da partigiana e carriera da ministra

Tina Anselmi nasce il 25 marzo del 1927 a Castelfranco, in Veneto. La sua storia da partigiana ha inizio dopo un episodio preciso. Il 26 settembre del 1944 assistette all’impiccagione di decine di prigionieri (31 secondo i documenti, 43 secondo la testimonianza di Anselmi) catturati durante il rastrellamento nazifascista sul Grappa. Finì tra le vittime anche il fratello si una sua compagna di banco, Lino Canonica. Quell’episodio decise la sua attività nella Resistenza. Iniziò con la mansione di staffetta della brigata Cesare Battisti con il nome di battaglia “Gabriella”, dall’arcangelo Gabriele.

Con la fine della guerra scelse di laurearsi in Lettere a Milano ed insegnare alle elementari. In contemporanea iniziò a praticare una forma diversa di resistenza, ovvero quella dell’attività sindacale e poi ancora l’impegno con i Giovani della Democrazia Cristiana. Nel 1968 entrò in Parlamento e il 29 luglio del 1976 diventò ministra del Lavoro. Fu la prima donna a diventare ministra della storia italian


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