Telecom Italia: cessione rete, la palla al Cda, cosa fare con l’azione?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Le nuove offerte avanzate da Cassa depositi e prestiti (Cdp) e Macquarie da una parte e il fondo Kkr dall’altra contengono solo poche modifiche rispetto a quelle presentate in precedenza e respinte dal Consiglio di amministrazione di Telecom Italia TIM.

In particolare, per la cordata italo-australiana che compartecipa anche Open Fiber (Cdp al 60% e Macquarie al 40%) il prezzo non dovrebbe essere di molto superiore ai 19,3 miliardi offerti in precedenza. A essere stata modificata sarebbe invece la soluzione proposta per evitare di incappare in problemi con l’Antistrust, con i rimedi richiesti dall’Authotity europea a causa dell’investimenti in due società – NetCo e Open Fiber – che porterebbe a una riduzione della concorrenza di mercato.

Anche il fondo americano Kkr aveva fatto trapelare che l’ultima offerta era quella considerata congrua rispetto al valore dell’infrastruttura portata in dote da Telecom Italia e che non ci sarebbero stati grandi rilanci. E infatti, rispetto ai precedenti 21 miliardi, sarebbero arrivati con la nuova proposta solo piccoli accorgimenti, con un taglio più consistente del debito che rimarrebbe sulle spalle della ServiceCo.

Si rimane in ultima analisi ben distanti dalle valutazioni (e dalle richieste) del grande azionista di Telecom Italia TIM,


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