Tassa su extraprofitti banche: la Bce si mette di traverso. Cosa succede?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(QuiFinanza.it) La Banca Centrale Europea si prepara a contestare l’ipotesi di imporre una tassa sugli extraprofitti delle banche. Un’idea nata dalla Premier Giorgia Meloni per racimolare risorse necessarie ad implementare le misure della Legge di bilancio, ma che non darà un gran gettito, calcolato in un miliardo o poco più. Ma per quale motivo la BCE si è messa di traverso? Vedi qui anche le critiche mosse da Moody’s.

La lettera

La BCE, stando al Corriere della sera, starebbe per inviare una lettera al governo italiano entro “un paio di settimane”, all’incirca all’inizio di settembre, in cui critica l’imposta che graverà sugli istituti bancari italiani.

La BCE, in primis, contesta il fatto che la nuova tassa è stata annunciata senza informare preventivamente la Banca d’Italia e la BCE, come previsto dalle regole europee. La richiesta formale di consultazione è prevista, infatti, dalla Decisione del Consiglio Europeo del 29 giugno 1998, che impone la consultazione della BCE nei casi in cui gli Stati decidano di applicare delle norme alle banche nazionali passibili di influenzare la stabilità di tali istituti e dei mercati finanziari. C’è dunque un vizio di forma nell’aver preventivamente annunciato ai mercato la volontà di imporre una tassazione extra.

L’Eurotower ritiene poi che la tassa sugli extraprofitt


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