Tassa extraprofitti banche: autogol per l’economia italiana

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) La tassa sugli extraprofitti delle banche potrebbe essere nel medio termine più dannosa che utile. Colpire il settore bancario significa infatti colpire l’economia italiana. Visto così l’intervento annunciato dal governo sarebbe un vero e proprio autogol. Per rendersene conto potremmo dover aspettare qualche mese, quando il sostegno del finanziamento bancario all’economia, già in contrazione, si ridurrà ulteriormente. È una possibilità concreta secondo Lorenzo Tacconi dell’Ufficio patrimoni responsabili di Banca Etica, interpellato da Borsa&Finanza.

Perché la tassa sugli extraprofitti potrebbe essere un autogol

Robin Hood che interviene contro le ricche banche per redistribuire parte di queste ricchezze ai poveri è un’immagine forte che fa sicuramente presa. Tuttavia la realtà non è così semplice. “Questa misura – spiega Tacconi – peserà soprattutto sulle banche di dimensioni medio-piccole, quelle più a contatto con l’Italia produttiva, quelle che erogano il credito all’economia reale e alle PMI, e che in molti territori evitano la crescente desertificazione bancaria. In un’economia che sta rallentando, dove l’erogazione di credito dovrebbe essere al contrario sostenuta, mettere in difficoltà le banche è una scelta rischiosa”.

In altri termini, il rischio è che la decisione del governo sia pro-ciclica e aumenti l’effetto della restrizione monetaria in corso causata dai rialzi dei tassi della Banca centrale europea. Finora l’economia si è dimostrata resiliente ma gli effetti della politica monetaria iniziano a farsi sentire e dispiegheranno i loro effetti nei prossimi mesi. “Stiamo guardando i margini bancari del passato – puntualizza Tacconi – costruiti sull’effetto positivo del rialzo dei tassi di interesse, ma da ora in avanti vedremo anche il lato negativo della medaglia: le banche dovranno fare fronte all’aumento dei non-performing loa


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