(Money.it) Tari 2023: dalla scadenza si avvicina e bisogna, quindi, fare attenzione alle regole sul calcolo e tutte le istruzioni relative alla tassa sui rifiuti.
La scadenza della Tari varia in base alle disposizioni dei diversi comuni. La tassa rifiuti non si paga entro un’unica data, ma è generalmente suddivisa in tre o al massimo quattro rate:
- primo acconto entro la fine di aprile;
- secondo acconto entro la fine di luglio;
- saldo finale entro il 31 dicembre
Nel tempo la tassa si è evoluta sostituendo precedenti tasse che venivano imposte dai Comuni per l’erogazione di servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Nel gennaio 2021 sono state introdotte delle novità nella definizione di rifiuti urbani ed è stata soppressa la categoria rifiuti speciali.
Al netto delle differenze previste su base locale, non cambiano le regole generali per individuare chi paga la Tari 2023 e quali sono esoneri e riduzioni.
Ai fini del calcolo della tassa rifiuti dovuta, anche nel 2023 entrano in gioco due diverse componenti:
- la Tari è calcolata secondo una quota fissa ed una quota variabile;
- l’importo complessivamente dovuto è determinato in relazione sia alle caratteristiche dell’immobile che a quelle del nucleo familiare.
Scendiamo quindi nel dettaglio e analizziamo di seguito tutte le istruzioni utili a capire come funziona la Tari 2023
Tari 2023: quando si paga? Scadenza variabile
Variano da due a quattro le scadenze per il pagamento della Tari 2023 e, come sopra anticipato, sono i singoli comuni a stabilire quando pagare la tassa sui rifiuti.
Pur lasciando ampio margine di manovra agli enti locali, la normativa nazionale prevede in ogni caso che le scadenze per pagare la Tari debbano essere determinate stabilendo almeno due rate a scadenze semestrale, di cui una fissata dopo il 30 novembre.
Le scadenze per il versamento devono essere almeno due (acconto e saldo). Solitamente, l’acconto o gli acconti si pagano nel periodo compreso tra aprile e settembre, mentre per il saldo le scadenze vengono solitamente fissate tra novembre e fine anno.
In merito alle scadenze per la Tari 2023 bisogna verificare quanto previsto dal proprio Comune che può disporre termini di pagamento più dilatati o proroghe.
A tal proposito si segnala che, a decorrere dal 2022, i regolamenti relativi alla Tari devono essere approvati entro il 30 aprile di ogni anno
Chi paga la Tari 2023
Quali sono i soggetti obbligati al versamento della Tari 2023?
Il presupposto per il pagamento della tassa rifiuti è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte operative, suscettibili di produrre rifiuti.
Paga la Tari chiunque possieda o detenga l’immobile o l’area. In sostanza, paga il tributo il soggetto utilizzatore dell’immobile.
Quanto sopra specificato è utile a capire chi paga la Tari in caso di affitto.
A differenza dell’IMU, la tassa sui rifiuti è dovuta da chi utilizza l’immobile, e non dal proprietario dello stesso. Soltanto in caso di affitto breve, di durata non superiore ai 6 mesi, l’importo dovuto resta in capo al possessore dell’immobile e non all’utilizzatore. In caso di più possessori o detentori il pagamento dovrà essere effettuato in solido.
Si ricorda inoltre che la Tari 2023 si paga anche sulle pertinenze, la cui superficie è sommata a quella dell’abitazione al fine del corretto calcolo della quota fissa della tassa rifiuti.
Si paga la Tari anche sulla casa disabitata
Un altro aspetto sul quale è necessario fare chiarezza riguarda gli obblighi in materia di pagamento della Tari in caso di mancato utilizzo dell’immobile.
La Tari, come abbiamo visto, si paga in relazione alla potenzialità del locale, o dell’area, di produrre rifiuti
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