(BorsaeFinanza.it) Vai al contenuto
Cerca
Cerca
Close this search box.
SFDR è un acronimo in inglese che sta per Sustainable Finance Disclosure Regulation, ovvero il regolamento dell’Unione europea relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari. Approvato nel marzo del 2019 ma in vigore dal 1° gennaio 2022, il regolamento europeo sulla finanza sostenibile è strettamente intrecciato alla tassonomia, al greenwashing e ai rischi ESG nel settore dei fondi d’investimento. Ma cosa si intende di preciso quando si parla di SFDR e perché gli investitori e gli intermediari dovrebbero sapere tutto sul regolamento UE 2019/2088?
SFDR, cos’è il Sustainable Finance Disclosure Regulation
L’SFDR è il regolamento europeo che disciplina l’informativa nel campo della finanza sostenibile. La normativa richiede una chiara e precisa informativa sulla sostenibilità sulla gestione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel settore dei servizi finanziari, sia a livello generale nei processi aziendali che di singolo prodotto. La regulation si concentra in particolare sui servizi che influenzano maggiormente gli investimenti sostenibili, ovvero la gestione patrimoniale e la consulenza di portafoglio, individuale e collettiva, assicurativa e previdenziale.
È attraverso l’insieme di queste regole che il diritto comunitario tutela i clienti, in quali dovrebbero riuscire ad avere tutte le indicazioni necessarie per confrontare facilmente gli elementi-chiave dei diversi asset offerti dagli operatori sulle principali questioni legate alla sostenibilità. Il livello di trasparenza delle società di gestione sul grado di sustainability dei loro prodotti finanziari permetterà ai clienti di effettuare una comparazione equa e standardizzata tra i vari player. Questo insieme di norme interconnesse è un aiuto concreto per gli investitori nel riconoscere, distinguere e raffrontare i prodotti finanziari che tengono conto di caratteristiche essenziali per sviluppare un’economia sostenibile.
Il regolamento SFDR si inserisce nel Piano di azione per la finanza sostenibile pubblicato dalla Commissione europea nel marzo del 2018 e si applica a partecipanti ai mercati e consulenti, comprese le banche di investimento, gli asset manager e gli istituti di credito che forniscono servizi di gestione di portafoglio, inclusi i fondi pensione, le compagnie di assicurazione e altri attori istituzionali. Tutti queste società devono inserire le informazioni sul rispetto delle linee-guida della regulation sui loro siti ufficiali e all’interno dei documenti pre-contrattuali.
I temi-chiave del regolamento sono i rischi di sostenibilità e gli eventuali effetti negativi. L’informativa deve incentrarsi su tre aspetti specifici: il focus su investimenti in attività che contribuiscono a conseguire obiettivi ambientali o sociali; la valutazione dei rischi di sostenibilità; la considerazione dei principali impatti avversi (PAI, Principle Adverse Impact) sui fattori di sostenibilità, ovvero la regola del “non causare danni significativi” al raggiungimento di altri obiettivi sostenibili.
Come funziona il Sustainable Finance Disclosure Regulation
L’SFDR coinvolge tutti i prodotti gestiti da società d’investimento che hanno sede nell’Unione europea e specifica una classificazione i prodotti finanziari in tre categorie distinte, in base alla sezione del regolamento applicabile nei singoli casi.
Articolo 6: prodotti che non promuovono caratteristiche ambientali o sociali, non hanno come obiettivo investimenti sostenibili, si limitano a valutare i rischi di sostenibilità e integrano considerazioni ESG nel processo decisionale di investimento.
Articolo 8: prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali (o una loro combinazione) nella gestione degli investimenti (le imprese devono sempre rispettare prassi di buona governance), ma non hanno come obiettivo la sostenibilità totale.
Articolo 9: prodotti che hanno come obiettivo investimenti sostenibili (ad esempio i fondi di impact investing) e puntano a ottenere sia risultati espliciti di sostenibilità ambientale o sociale che finanziari. Gli effetti negativi su ambiente, società e occupazione sono minimi: le decisioni d’investimento rispettano la lotta alla corruzione e le tangenti e i diritti umani.
Essendo l’SFDR un regolamento impuntato sull’informativa e non sulla prescrizione, a decidere la categoria di un prodotto finanziario è il soggetto stesso che lo fornisce o per cui effettua una consulenza. L’articolo 5 dell’SFDR richiede a partecipanti al mercato, gestori patrimoniali e consulenti di consi
© Borsa e Finanza