Superbonus, “impatto devastante”: a rischio 750mila italiani e 10mila cantieri

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Fisco, tasse e tributi

(QuiFinanza.it) Gli analisti sono ormai piuttosto concordi nell’affermare che il Superbonus non andava fatto. Ma visto che è stato fatto, ora serve trovare un’exit strategy che sciolga l’intricatissimo nodo dei crediti incagliati, scongiuri il fallimento di migliaia di imprese e salvi dal baratro le famiglie italiane che hanno creduto nelle promesse a 5 Stelle di Conte e i suoi. Già l’ex premier Draghi – di cui si percepisce palpabile l’assenza – aveva denunciato che quel 110% era un regalo che ci sarebbe costato molto caro, per nulla equo e occasione più che mai ghiotta per truffe, raggiri e aumenti sconsiderati dei prezzi. Esattamente com’è stato.

Superbonus, un buco da 37,8 miliardi

Dal canto suo, il governo Meloni, che sta pasticciando su più fronti, su una cosa ci ha visto giusto: bloccare il Superbonus. C’erano 37,8 miliardi di buco, l’ha detto chiaramente il ministro dell’Economia Giorgetti, cui il solo pensiero della misura “fa venire il mal di pancia”. Proseguire anche quest’anno con il bonus al 110% avrebbe significato generare altri 30 miliardi di deficit, che sarebbero diventati 60 considerando il periodo 2021-2023.

Le continue modifiche normative dei bonus edilizi hanno prodotto confusione sia tra le imprese che tra i cittadini, “mentre certezza e stabilità del quadro normativo sono il principale requisito per l’efficacia della misura” come più volte sottolineato dalla CNA-Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. I tira e molla hanno generato il grave problema dei crediti incagliati nei cassetti fiscali delle imprese che ancora non ha trovato soluzione, nonostante l’impegno del governo che a inizio anno aveva aperto un tavolo tecnico.

Dopo lo stop improvviso al 110% lo scorso novembre, rischiano di saltare molti contratti per i quali i cantieri non sono stati ancora avviati, anche a causa delle difficoltà di reperimento dei materiali, esacerbata dalla guerra in Ucraina. Per questo la CNA ha chiesto una proroga per i condomini che hanno presentato la Cilas entro il 25 novembre 2022.

Serve riordinare il sistema degli incentivi del comparto casa per renderlo sostenibile per le finanze pubbliche e il mercato. E in effetti i bonus per la riqualificazione energetica delle case, e in particolare il Superbonus, sono stati fortemente ridimensionati già con l’ultima le


© QuiFinanza

Leggi l’articolo completo su QuiFinanza

Condividi questo articolo
Exit mobile version