Stipendi più alti per colf, baby sitter e badanti

Di Alessio Perini 3 minuti di lettura
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Il tavolo di dialogo tra i sindacati e le associazioni dei lavoratori  non hanno prodotto un accordo sull’aumento  del CCNL per l’ adeguamento salariale di figure come colf, badanti e baby sitter. Pertanto, da gennaio il salario minimo sarà adeguato all’80% dell’indice ISTAT, generando un aumento del 9,2% e del 100% per le indennità di vitto e alloggio. Il mondo dei lavoratori domestici cambia ma ci saranno datori di lavoro pronti a fronteggiare queste spese ? Oppure il lavoro in nero si farà strada in questo settore?

Di quanto sarà il rincaro?

Secondo quanto previsto dall’articolo 38 del CCNL, infatti, in caso di mancato accordo tra le parti, viene applicato l’adeguamento Istat in base all’inflazione, che sta mettendo sotto pressione le finanze italiane. La conseguenza potrebbe essere un aumento del lavoro sommerso come risposta alla difficoltà delle famiglie ad adeguarsi ai minimi di legge. Il settore occupa già il primo posto nella classifica dei settori caratterizzati da un alto tasso di irregolarità: 52,3% contro una media nazionale del 12%.
Il rinvio degli aumenti, come sottolinea Andrea Zini, vicepresidente di Fidaldo e presidente di Assindatcolf, l’Associazione nazionale datori di lavoratori domestici, avrebbe reso più sostenibile l’aumento in un momento già critico per le famiglie.

Gli aumenti vanno dai 109 ai 145 euro in più al mese.

Gli impatti maggiori saranno quelli assunti con orario prolungato o in regime di convivenza, come nel caso delle badanti (livello C): il salario minimo passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese, a cui si aggiunge bisogna aggiungere anche l’aumento dei contributi, con cui la spesa totale annua passa da 17.177 a 18.752 euro, cioè 1.575 euro in più.

Gli italiani potranno mantenere queste spese?

Inoltre, per le tate assunte a tempo pieno (40 ore) non conviventi (livello B), lo stipendio minimo passerà da 1.234 a 1.348,53 euro, con quasi 115 euro in più al mese, aumentando il costo annuo complessivo (comprensivo di preventivi), indennità, ferie e tredicesima) di 1.743 euro.

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