(BorsaeFinanza.it) La sterlina d’oro è la sovrana delle monete da collezione e soprattutto da investimento. Non solo come classico regalo di battesimo ed elemento decisivo per la diversificazione del portafoglio, ma per la storia che si porta alle spalle: oltre 500 anni di re e regine che hanno seduto sul trono del regno britannico. Per altro, la sovrana ha avuto numerose imitazioni, da quella di Fiandra coniata nel Brabant e diffusa in Austria nei Seicento a quella milanese emessa con la Restaurazione per il regno Lombardo-Veneto. Ma nessuna ha mai raggiunto lo splendore (e le valutazioni di mercato) di quella inglese.
Sterlina d’oro, la storia della sovrana originale
La gold sovereign esiste in svariate tipologie che comunemente si dividono in vecchio conio e nuovo conio. La data spartiacque è il 1957: le sterline d’oro coniate prima di questo anno sono di vecchio conio, quelle che vengono dopo e presentano l’effige di Elisabetta II sono di nuovo conio. Le prime sovrane della storia risalgono al 1489: le fa emettere Enrico VII, il loro valore nominale è di 20 scellini, pesano 240 grani o mezza oncia troy (15,6 grammi), sono d’oro a 23 carati (purezza al 96%) e poi a 22 carati (92% in purezza), per quello che diventa lo standard o crown gold. Anche il peso diminuisce nel corso del tempo fino agli attuali 7,98 grammi di peso e 2,2 cm di diametro.
La coniazione continua sotto i successori di Enrico VII. Particolarmente significative sono le monete d’oro di Giacomo I e Carlo I dette unite, per simboleggiare l’unione dei due regni di Scozia e d’Inghilterra. La sovrana ha una battuta d’arresto che dura più di cent’anni quan
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