Stati Uniti, il grande paradosso: per salvarsi serve un crollo del mercato azionario

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) L’economia degli Stati Uniti ha molti più problemi di quanto sembri – o di quanto gli altri media siano disposti ad ammettere.

L’innesco dei problemi è stato, neanche a dirlo, lo scoppio della pandemia tre anni fa: il settore produttivo è andato in tilt e l’inflazione ha raggiunto livelli che non si vedevano da 40 anni, uno scenario che ha spinto le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse. Per mesi economisti ed analisti ci hanno detto che la recessione non solo era inevitabile, ma anche in arrivo.

Ma poi guardiamo i dati. E vediamo che l’economia degli Stati Uniti sta crescendo, il mercato del lavoro appare stabile e promettente e i consumatori continuano a spendere. Una mole di contraddizioni senza fine. Eppure, il countdown è iniziato e – paradosso – senza un crollo del mercato azionario Washington D. C. è destinata al default.

Come sta messa (davvero) l’economia degli Stati Uniti

I dati di aprile mostrano una crescita nel numero di nuove assunzioni negli Stati Uniti, un risultato che cozza con le continue notizie che parlano di migliaia di licenziamenti in grandi società come Meta, Amazon, Disney, Walmart e General Motors.
Il tasso di disoccupazione statunitensi è a livelli minimi da record, visti l’ultima volta nel lontano ’69, e quest’anno sono stati aggiunti all’economia USA 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro, un risultato strabiliante.

Sebbene i licenziamenti in massa annunciati, sono ancora molte le assunzioni nel comparto tecnologico, soprattutto sul fronte dei sistemi informatici. Anche il settore delle costruzioni va alla grande: secondo dati governativi ad aprile sono state 7,9 milioni le persone impiegate nel settore.

E sul fronte salariale le cose procedono spedite. Dopo anni di lenta cresci


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