(Money.it) Per rendere l’Italia un ambiente attraente per le startup e per le PMI innovative è necessario che gli attori corporate e istituzionali investano di più, ma per fare in modo che ciò sia possibile è fondamentale che siano maggiormente coinvolti. Dialogando maggiormente con questi attori, per l’Italia sarà possibile raccogliere più capitali e di conseguenza competere con gli altri Paesi europei, che attualmente godono di una fama migliore.
È questo ciò che è emerso da un recente studio dell’Italian Tech Alliance, associazione italiana del venture capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative italiane.
Lo studio è stato realizzato analizzando i dati relativi al capitale raccolto da società come le SGR o equivalenti in Italia dal 2013 a oggi, con l’obiettivo di capire la provenienza delle risorse che hanno foraggiato il mercato tech nell’ultimo decennio, permettendo la crescita e il consolidamento dell’ecosistema dell’innovazione in Italia.
L’associazione ha inoltre sottolineato un dato molto rilevante: dal 2013 è stata in grado di raccogliere circa 2,3 miliardi di euro da investire in PMI e startup innovative, attualmente, di questi 1,1 miliardi sono ancora disponibili e costituiscono il Dry Powder, ossia la riserva di denaro a disposizione di una società di venture capital per venire incontro a obblighi futuri.
Italian Tech Alliance: quanto si investe in Italia?
Quanto si investe in Italia? È questa la domanda alla quale ha cercato di rispondere l’Italian Tech Association. Attualmente, è affermato nello studio, gli investitori istituzionali e le grandi corporate hanno investito ris
© Money.it