Da Wall Street arriva la definizione di stagflazione, cioè della crescita economica stagnante e dell’inflazione in aumento. C’è infatti un po’ di malessere e l’indice non cresce più con l’audacia degli ultimi mesi: 20 giorni senza un nuovo record sono preoccupanti.
Qualche esperto teme davvero che l’economia statunitense, ormai al suo apice con stime di crescita del PIL del 10% nel secondo trimestre, possa rallentare pericolosamente nei prossimi mesi. Forse questa è solo una di quelle sensazioni estemporanee in cui spesso gli operatori si lasciano coinvolgere, perdendo spesso il senso del limite. Fatto sta che a Wall Street non vi è la crescita programmata.
Fortunatamente gli analisti di Bank of America analizzano il percepito dei grandi investitori e nella loro indagine mensile rilevano che i timori di una crescita modesta, combinati con i timori di un’inflazione elevata, sono condivisi solo dall’8% dei 592 dei top manager USA. Tuttavia, dall’ultima revisione del BofA si possono giudicare segni di preoccupazione iniziali e forse temporanei. Le aspettative per un’economia più forte del previsto rimangono forti (espresse dall’84% degli intervistati), ma questa percentuale è leggermente inferiore al picco di marzo. Inoltre, sta cominciando a formarsi la sensazione che potrebbe rallentare la crescita degli utili societari nei prossimi 12 mesi, quando il tasso ottimistico scenderà al 78% da un massimo dell’84% ad aprile. In questo scenario, gli investitori ridurrebbero effettivamente l’esposizione a titoli a crescita più elevata, come la tecnologia, a favore di titoli bancari, assicurazioni, beni di consumo sottostanti e materie prime. Per ora, questo sarà solo un accenno di un cambio di posizione, tipico, secondo BofA, per le fasi del ciclo economico.
Nonostante le diverse ipotesi degli economisti la politica della Fed sarà davvero capace di funzionare come ago della bilancia e avrà il ruolo di regista dei mercati finanziari e, assieme ai sussidi del governo e alla spesa pubblica, anche il motore dei cicli economici. Jerome Powell e gli altri esponenti della Fed con le loro rassicuranti dichiarazioni, vogliono convincere i mercati che l’impennata dei prezzi al consumo è solo un fenomeno passeggero e i tassi resteranno fermi per lungo tempo.