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Il governo italiano è alle prese con una manovra difficile, schiacciato tra una frenata evidente dell’economia, i costi elevati del superbonus e le necessità di consolidamento fiscale segnalata dal mercato con l’allargamento dello spread tra Btp e Bund. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ne è consapevole: “Manovra con poche risorse, questa la vera sfida” ha dichiarato. Come è consapevole che a guardare all’Italia non è solo l’Europa, dove sono in corso le trattative per la riforma del Patto di Stabilità, ma sono anche i mercati finanziari globali.
Il rendimento del Btp decennale è salito fino a toccare quota 4,4% mentre lo spread Btp Bund, il termometro del rischio Italia, si è allargato oltre i 175 punti. Secondo Chiara Zangarelli, economista di Morgan Stanley, potrebbe superare i 200 punti entro fine anno.
Spread a quota 200, ecco le ragioni
Gli analisti di Morgan Stanley hanno rifatto i calcoli sul Belpaese alla luce delle ultime rilevazioni macroeconomiche e hanno ottenuto un risultato che getta un’ombra sulle prospettive dell’Italia. Sono tre, in particolare, i fattori che indeboliscono il quadro e prospettano un allargamento dello spread tra Btp e Bund:
- Revisione al ribasso della crescita;
- Revisione al rialzo del deficit;
- Fine dei sostegni per il mercato obbligazionario europeo.
Rischio recessione
IL PIL del secondo trimestre è stato un’amara sorpresa per l’Italia. L’economia è arretrata dello 0,4% rispetto al primo trimestre dell’anno con una debolezza diffusa a tutti i settori. Gli indici PMI hanno confermato lo scenario negativo per l’industria. Manca inoltre il supporto dell’economia degli altri paesi dell’eurozona, tutti in frenata, e in particolare della Germania. “Anche se nel terzo trimestre ci aspettiamo un miglioramento – scrivono gli analisti di Morgan Stanley nel loro report – i margini rimangono molto limitati”. Tanto da non escludere il rischio recessione, anche se non rappresenta lo scenario base della banca americana.
Il deficit sarà più alto
La revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell’Italia rende più delicata la situazione del debito italiano. Secondo i calcoli di Morgan Stanley il rapporto deficit/PIL potrebbe arrivare al 6,5% nel 2023, considerando i 30 miliardi di euro di spesa extra legata al superbonus. Le conseguenze finanziarie dei crediti di imposta sulle ristrutturazioni si scaricheranno anche sui prossimi anni. Per il 2024 la previsione è per un deficit al 4,2% contro le stime a 3,7% proposte dal governo in aprile.
L’andamento dei costi legati al Superbonus e al Bonus facciate – Fonte: Corriere della Sera, Morgan Stanley
Aumenta la pressione sullo spread
Nelle ultime due settimane la pressione al rialzo sul rendimento dei Btp è aumentata. Nonostante il rialzo sia stato corale su tutto il mercato obbligazionario – è cresciuto anche il rendimento dei Treasury USA e del Bund tedesco – i titoli di Stato italiani sono stati più bersagliati dalle vendite. Prova ne sia un progressivo allargamento dello spread. Da area 150-155 si è passati ora a 175-180 punti nei confronti del decennale tedesco.
Secondo gli analisti di Morgan Stanley il trend di allargamento dello spread potrebbe continuare arrivando in area 200-210 punti entro la fine dell’anno. Ad alimentare il movimento saranno: un
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