Secondo un rapporto della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), i conti correnti degli italiani hanno registrato un calo del 3,6% dal 2023 al 2022, con il saldo totale sceso di 43 miliardi di euro. Questo calo è stato attribuito al fatto che i correntisti hanno utilizzato le proprie riserve per far fronte al caro-vita e hanno spostato parte della liquidità in forme più remunerative come i depositi a tempo o i titoli di Stato.
Lombardia in testa, Sud in coda
La Lombardia si conferma la regione con la maggior liquidità, detenendo il 20% del totale degli italiani, seguita dal Lazio e Veneto. Al contrario, il Sud Italia risulta penalizzato con rendimenti più bassi in regioni come Campania, Calabria e Basilicata. Questa disparità si riflette anche sul mercato del lavoro, con una disoccupazione tre volte più alta nel Mezzogiorno rispetto al Nord.
Disparità nei rendimenti bancari
Le banche praticano rendimenti differenti sui conti correnti delle varie regioni italiane. Ad esempio, con 5.000 euro depositati, si possono guadagnare annualmente 18,2 euro a Trento e Bolzano, ma solo 6,5 euro a Napoli. Si evidenzia una netta differenza tra Nord e Sud, con una remunerazione più bassa per i correntisti del Mezzogiorno.
L’allarme della Fabi
La Fabi sottolinea le divergenze territoriali e regionali nei rendimenti bancari, evidenziando che non vi è parità di trattamento per tutti i clienti. Secondo il segretario generale, Lando Maria Sileoni, il conto corrente dovrebbe essere adeguatamente remunerato poiché rappresenta anche una forma di risparmio. Tuttavia, le banche sembrano concentrarsi maggiormente sui depositi vincolati o a durata prestabilita, trascurando i conti correnti che detengono la maggior parte della liquidità.