Società di comodo: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate su quando si può fare eccezione alla norma

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura
Agenzia delle Entrate Riscossione

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente respinto la richiesta di una società immobiliare di non essere considerata “non operativa” per un determinato periodo fiscale, nonostante non abbia raggiunto i ricavi minimi previsti dalla legge. Le motivazioni di tale decisione sono state spiegate dettagliatamente dall’ente preposto alla riscossione delle tasse.

Condizioni di mercato avverse e pandemia: non sufficienti a giustificare l’eccezione

La società in questione ha cercato di giustificare la propria situazione economica difficile con la presenza di condizioni di mercato avverse, pandemia di COVID-19 e altri fattori esterni come l’inflazione e la guerra in Ucraina. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto che le argomentazioni e le prove fornite non siano sufficienti a giustificare una deroga alla normativa sulle società non operative.

Test di operatività e prove concrete richieste

Secondo l’articolo 30 della legge n. 724 del 1994, le società devono superare un test di operatività che prevede il raggiungimento di ricavi minimi presunti. In caso di mancato superamento di tale test, spetta alla società fornire prove concrete e dettagliate che dimostrino l’esistenza di situazioni straordinarie indipendenti dalla propria volontà che abbiano impedito il raggiungimento dei ricavi minimi.

Prove insufficienti e mancanza di riferimenti alla quotazioni immobiliari

Nel caso in questione, l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che la società non ha fornito prove sufficienti che dimostrino come le condizioni di mercato avverse abbiano effettivamente impedito di generare ricavi superiori ai minimi presunti. In particolare, si è sottolineato che la società non ha fatto alcun riferimento ai valori riportati nella banca dati delle quotazioni immobiliari dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare, come previsto dalla normativa.

La decisione finale dell’Agenzia delle Entrate

Alla luce di quanto sopra, l’Agenzia delle Entrate ha concluso che non è possibile accogliere la richiesta della società immobiliare. Si è sottolineata l’importanza di fornire prove specifiche e dettagliate che collegano direttamente le condizioni di mercato avverse alla capacità di generare ricavi adeguati. In particolare, si è evidenziata la necessità di fare riferimento alle quotazioni immobiliari dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare per poter dimostrare la congruenza dei canoni di locazione con il valore di mercato.

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