A partire dal primo aprile 2024, non sarà più prevista alcuna forma di smart working semplificato. Le ultime proroghe sul diritto al lavoro agile per genitori di figli fino a 14 anni e per dipendenti fragili sono scadute il 31 marzo, sia nel settore pubblico che privato, si tornerà alle regole ordinarie.
Come richiederlo
Lo smart working nel settore privato è regolamentato dalla legge 81/2017, richiedendo un accordo controfirmato da entrambe le parti ma senza obbligo di attivazione da parte dell’azienda, a meno che non sia previsto il lavoro agile. Restano applicabili i criteri di priorità per genitori e caregiver, ma non implicano più il diritto automatico allo smart working.
Chi ha priorità
I datori di lavoro devono riconoscere priorità ai dipendenti che sono genitori di figli fino a 12 anni, di figli disabili, dipendenti disabili o caregiver, qualora ricevano più richieste di attivazione dello smart working. Questa regola è strutturale e permanente, diversamente dalla deroga scaduta il 31 marzo che riguardava i figli fino a 14 anni nel settore privato.
Indicazioni
L’accordo individuale deve essere scritto e firmato da impresa e dipendente e deve contemplare vari elementi, come la durata, l’alternanza tra i periodi di lavoro interni ed esterni, i luoghi esclusi per la prestazione lavorativa esterna, gli strumenti di lavoro, la disconnessione e molto altro.
Inviare la comunicazione al ministero
Il datore di lavoro deve comunicare entro cinque giorni dall’inizio della prestazione in smart working attraverso il portale Servizi Lavoro. Per le pubbliche amministrazioni e le agenzie di somministrazione, la comunicazione va inviata entro il giorno 20 del mese successivo. Non è necessario allegare l’accordo individuale, che però deve essere conservato per cinque anni.
Il lavoro agile torna quindi a essere regolato dall’accordo individuale, con specifiche procedure e regole da seguire. È importante che sia lavoratori che aziende rispettino queste disposizioni per garantire una corretta applicazione dello smart working