Skipass sempre più salati: è colpa del cambiamento climatico

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
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Quando sciare diventa uno sport per veri ricchi

Il riscaldamento globale, le nevicate meno frequenti, i costi energetici per fare la neve sono triplicati o più, lo stesso per gli impianti di risalita e l’iperinflazione, che ha reso tutto più costoso per gli appassionati. In questa stagione, trovare uno skipass giornaliero a meno di 60 euro nelle grandi località sarà un miracolo per non dipendere troppo

. Un vero sport per ricchi. I primi segnali di allarme si sono registrati nelle ultime settimane con la cancellazione delle gare di Coppa del Mondo a Cervinia. Troppo caldo, poca neve e troppo pericoloso per correre. Secondo l’associazione di categoria ANEF, il costo dell’energia negli ultimi anni è stato compreso tra l’8% e il 15% del budget delle stazioni, e ora supera di gran lunga il 30%. Non è un caso che alcune zone, come la Panarotta in Trentino, abbiano già annunciato chiusure per motivi economici.

Cifre, come già detto, che cadono a valanga nei prezzi degli skipass: Dolomiti Superski da 67 a 74 euro al giorno, Bormio da 46 a 52, Courmayeur da 56 a 61 e Livigno da 52 a 59 euro. L’aumento medio del prezzo è del 10-12% rispetto alle tariffe che sono già aumentate dopo il COVID. Secondo una recente indagine Eurac Research, con un aumento della temperatura di 4°C, la percentuale di impianti sciistici accessibili scenderà al 12% rispetto a quelli attuali, ovvero a circa 180 dei 1.500 attualmente esistenti. operazione in Italia. Un dato che non lascia spazio all’ottimismo, visto che le Alpi dovrebbero salire tra i 2 ei 3 gradi entro il 2050. Il riscaldamento globale è solitamente costoso, ma per lo sci e la montagna potrebbe essere l’ultima valanga.

Alcuni comuni italiani risparmieranno anche sulle luminarie di Natale

L’unica certezza possibile che abbiamo è quella di non lesinare sulle luci dell’albero di Natale, almeno a casa, perché i sindaci fanno domande nelle piazze. Per il resto, da mesi l’emergenza energetica fa rima con economia: come consumare meno, come spendere meno. Un imperativo che preoccupa le famiglie, così come le finanze dei comuni, che affrontano il momento mettendo in atto ricette per frenare la crescita. Per ora l’unica grande eccezione sembra essere Roma, nonostante il comune stia cercando chi ci andrà dopo aver valutato la bolletta quasi tripla per tutto l’anno. Al momento non c’è razionalizzazione dell’illuminazione stradale, e lo smart work resta appannaggio dei vertici delle singole istituzioni pubbliche.

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