Si fa presto a dire regime forfettario: ricorda che si parla di ricavi e non di reddito!

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
Partita IVA

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato introdotto in Italia con la Legge n. 190/2014 (Finanziaria 2015) a decorrere dal 1° gennaio 2015. Con la sua entrata in vigore, ha causato l’abrogazione di tutti i regimi agevolati che esistevano in precedenza. Il regime forfettario prevede una aliquota fiscale agevolata del 15% e semplificazioni fiscali di vario tipo che possono garantire un risparmio annuale molto consistente.

Requisiti d’accesso che occorre avere

Tuttavia, per accedere al regime forfettario, è necessario rispettare determinati requisiti e accertarsi di non incappare in una delle cause di esclusione previste dalla legge. I requisiti di accesso al regime forfettario prevedono un requisito soggettivo e due requisiti oggettivi. Il requisito soggettivo richiede che il richiedente sia una persona fisica ed eserciti un’attività d’impresa, di arte o professione (incluse le imprese familiari). Società e associazioni professionali, invece, sono escluse.

I requisiti oggettivi e i limiti

I due requisiti oggettivi sono il limite dei compensi e dei ricavi, che non devono superare gli 85.000 € annui, e il limite delle spese sostenute per personale dipendente o per lavoro accessorio, che non possono superare i 20.000 €.

Per quanto riguarda il limite dei compensi e dei ricavi, se si supera la soglia di 85.000 € annui, nel 2024 sarà necessario adottare il regime ordinario (o semplificato). Se si apre una nuova attività, il limite di 85.000 € va ridotto in proporzione ai mesi di operatività. Invece, per il limite delle spese per personale dipendente o per lavoro accessorio, si tratta di un limite reintrodotto dalla legge di bilancio del 2020 e riguarda le spese sostenute per il personale dipendente o per lavoro accessorio che non possono superare il limite di 20.000 €.

Si parla di “ricavi e compensi” e non di “reddito”

Come si calcolano i ricavi e i compensi? È importante capire che parliamo di “ricavi e compensi” e non di “reddito”. Ciò significa che per determinare se rientri nel limite di € 85.000, devi sommare tutte le entrate della tua attività, senza sottrarre eventuali uscite (affitto, strumentazione, dipendenti ecc.). Le spese sostenute non sono rilevanti in questo regime.

Se eserciti contemporaneamente più attività, dovrai semplicemente sommare i ricavi e i compensi ottenuti da ciascuna di esse.

Il secondo requisito oggettivo per accedere al regime forfettario riguarda le spese sostenute per personale dipendente o per lavoro accessorio. Tali somme non possono superare il limite di € 20.000. Questo non è in realtà una novità: tale limite esisteva già in passato con una soglia più bassa (€ 5.000) ed era stato abolito nel 2019. La legge di bilancio del 2020 lo ha reintrodotto dal 1° gennaio 2020, elevandolo a € 20.000.

Per l’applicabilità del regime forfettario nel 2023, dovrai quindi valutare le spese che hai effettuato per il personale dipendente nel 2022. In caso di nuova attività, invece, il requisito va verificato su dati presunti. Nel calcolo vanno incluse anche le spese sostenute per compensi erogati ai collaboratori, gli utili di partecipazione erogati agli associati in partecipazione con apporto costituito da solo lavoro e le somme corrisposte per le prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari.

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