Si celebra oggi la Giornata nazionale delle vittime del covid

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura

Sono trascorsi due anni da 18 marzo 2020: La data che resterà incisa nella memoria degli italiani.

Solo due anni da quando i mezzi militari  a Bergamo trasportavano le vittime falcidiate da un virus allora ancora sconosciuto. Una giornata che ha racchiuso metaforicamente un dramma dell’intera pandemia, pandemia che ancora oggi non è conclusa ma che lascia posto ad un’altra atrocità la guerra. Il mondo non riesce a trovare pace, eppure oggi si vuole ricordare chi non ce l’ha fatta.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dice: “In questa giornata simbolica che il Parlamento ha scelto di istituire abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali. Scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare. A tutti loro va la nostra gratitudine. La Repubblica è fortemente impegnata a garantire i ritmi di una rinnovata vita della nostra comunità, senza dimenticare la lezione di quanto è avvenuto” ha aggiunto il Capo dello Stato. “Lo smarrimento dinanzi a una minaccia così insidiosa ha lasciato in breve tempo spazio a una reazione tenace, fatta di coraggiose scelte collettive e di avveduti comportamenti individuali, che ci ha consentito di affrontare una sfida senza precedenti nella storia recente dell’umanità. Lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere, costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere”.

E mentre la mente si sta preparando ad altro dolore, quello della guerra, il mondo attende comunque il giorno in cui le mascherine potranno essere tolte dal nostro viso per mostrarci forse un po’ più segnati dalle ruche e anche più stanchi ma soprattutto consapevoli che il mondo ha bisogno di cambiamenti per vincere la sfida del fututo.

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