La Settimana mondiale della tiroide si svolge dal 25 al 31 maggio 2022. Nel Belpaese sono 6 milioni le persone con problemi alla tiroide che può essere soggetta anche a patologie non gravi e curabili. Lo slogan di questa edizione è “Tiroide e salute: io mi informo bene”.
In Italia, la Settimana mondiale 2022 è patrocinata dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e promossa dalle principali società scientifiche endocrinologiche, mediche e chirurgiche, insieme al Cape, con il contributo incondizionato da parte di Ibsa Farmaceutici Italia, Merck e Eisai.
Marcello Bagnasco, coordinatore scientifico della Smt e presidente dell’Associazione italiana tiroide (Ait) afferma: “Il tema della comunicazione è importante perché l’impatto e la diffusione delle malattie della tiroide nella popolazione sono notevole e questo è percepito sempre più chiaramente dall’opinione pubblica. Per fortuna, a tale grande diffusione fa riscontro una prevalenza di patologie non gravi e soprattutto ben curabili, e sono disponibili strategie di prevenzione”
Luca Chiovato, past president Ait afferma: “La tiroide secca altro non è che un estratto secco di tiroide porcina. Per decenni, è stata utilizzata come trattamento all’ipotiroidismo, prima dell’introduzione della L-tiroxina di sintesi chimica. A livello di composizione, contiene una miscela dei due ormoni tiroidei, L-Tiroxina (T4) e L-Triiodotironina (T3), che può variare da preparazione a preparazione a seconda della provenienza e dell’alimentazione degli animali da cui la tiroide è prelevata. Per questo, risulta meno maneggevole della L-tiroxina e il suo utilizzo richiede un monitoraggio più accurato. Di fatto, in realtà, la terapia standard con L-Tiroxina da sola è agevole e risolutiva nella grandissima maggioranza dei pazienti, andando a sfatare quindi l’utilità della tiroide secca come alternativa terapeutica. Inoltre, la tiroide secca non è un farmaco autorizzato dal Ministero della Salute e spesso il suo approvvigionamento è poco trasparente impiegando laboratori di galenica o prodotti all’estero”.
Anna Maria Colao, presidente Sie, Società italiana di Endocrinologia afferma: “I pazienti con ipotiroidismo grave possono presentare sovrappeso, ma questo non si riscontra di regola nell’ipotiroidismo lieve, molto più frequente. Peraltro, i pazienti obesi possono presentare alterazioni modeste degli esami di funzione tiroidea, che vanno correttamente inquadrati dall’endocrinologo. In ogni caso, l’uso di farmaci a base dell’ormone tiroideo a scopo dimagrante non è adeguato né efficace, e presenta rischi per la salute”.