(Money.it) I selfie insieme alla vedova Maria De Filippi non sono altro che la prova della mancanza di empatia nella quale siamo sempre più immersi. Le foto rubate avevano lo scopo di mettere da parte uno scatto-trofeo da custodire nel proprio smartphone e per ottenerlo alcune persone hanno superato persino il vergognoso disagio di chiedere a una donna in lutto una foto.
Niente è meno privato di un funerale pubblico di un personaggio pubblico, neanche il volto addolorato di chi lo amava e lo conosceva. I volti sono fotografati, alla ricerca di un comportamento su cui puntare il dito, come non soffrire o non piangere abbastanza. Non solo il giornalismo fa il suo sporco lavoro di informazione, passando da cronaca dei fatti a descrizioni di sentimenti nascosti dietro un paio di occhiali scuri, anche il pubblico vuole la sua parte.
La tecnologia ha reso social anche il lutto. Non ci stupisce più infatti leggere i messaggi di “riposa in pace” sotto a notizie di personaggi pubblici o anche di amici di Facebook deceduti. È caduto, dicono gli esperti di informatica, anche l’ultimo tabù digitale. Dopo il sesso, la malattia e l’amore, anche la morte entra nella quotidianità della rete, dei commenti e delle foto condivise.
Sono proprio gli scatti del dolore, quelli rubati ai presenti al funerale di Maurizio Costanzo, che stanno facendo discutere le piazze virtuali. Appare evidente a moltissimi che non è giusto chiedere un selfie a Maria De Filippi di fronte al feretro del marito. Ma se non è giusto, socialmente accettato e anzi additato dalla stragrande maggioranza come un comportamento di cattivo gusto e mancanza di rispetto, perché è avvenuto? Ci si potrebbe domandare che cosa ha spinto delle persone a chiedere un selfie in quel momento di cordoglio pubblico. Che sia soltanto uno scatto-trofeo da aggiungere ad ogni costo alla propria galleria?
Selfie funerario: un fenomeno storico, ma mutato
I selfie funerari non sono una novità del digitale. Il rapporto tra fotografia e ambiente funerario non è infatti nuovo e anzi vanta una tradizione addirittura
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