Alcuni investitori si orientano verso la crescita, altri preferiscono il valore, mentre altri investono in modo massiccio nelle azioni più popolari, ma quale metodo è il migliore?
Come per tutte le cose legate agli investimenti, non c’è una regola ferma e veloce su quali aziende dovrebbero formare i titoli principali del tuo portafoglio. Tuttavia, per la maggior parte degli investitori al dettaglio con periodi di investimento sufficientemente lunghi, un gruppo di common factors dovrebbero costituire la base della ricerca.
Sharkninja
Parlare di un titolo del genere, potrebbe non sembrare la mossa migliore, considerando la relativa instabilità del settore alla luce delle precarie condizioni economiche. Tuttavia, Sharkninja (NYSE: SN) sfida costantemente quella tendenza fino al punto in cui le vendite dell’azienda sono cresciute al tasso di crescita annuo composto del 20% dal 2008, resistendo a molte condizioni di mercato burrascose nel frattempo.
Quotato a Wall Street solo l’estate scorsa, le azioni hanno già restituito il 77% agli investitori (più del triplo delle prestazioni dell’S&P 500 nello stesso periodo), e c’è poco segno che il momentum dell’azienda stia rallentando. Il rapporto trimestrale più recente dell’azienda include un picco del 25% delle vendite, particolarmente notevole considerando che i rivenditori blu-chip come Target (NYSE: TGT) hanno registrato significativi cali delle vendite.
Markel Group
Markel Group (NYSE: MKL), un’azienda assicurativa, potrebbe sembrare una strana scelta considerando i margini tipicamente ridotti del settore, anche se possono raccogliere i frutti di alti rendimenti dei bond a breve termine con i loro considerevoli float in contanti. Ma c’è molto di più nel Markel Group, molto di più.
Alcuni chiamano Markel Group un “Baby Berkshire Hathaway” (NYSE: BRK-A, NYSE: BRK-B), e con buona ragione. Il CEO dell’azienda, Thomas Gayner, sta gestendo la compagnia assicurativa con le stesse linee guida di come Warren Buffett gestisce Berkshire, ossia, usando l’azienda come una grande società di investimento che utilizza “profitti dalla sottoscrizione per investire in azioni, sia pubbliche che partecipazioni di proprietà in aziende private“. Sembra funzionare anche troppo bene: Gayner e la struttura “Baby Berkshire” di Markel hanno restituito il 475% negli ultimi 20 anni, rispetto al guadagno del 370% dell’S&P 500 nello stesso periodo.
Se si prende la performance storica di Gayner come valore di faccia e si pensa che abbia potenzialità in futuro, le azioni sono fortemente sottovalutate, considerando il loro potenziale upside nel lungo termine.