Se il datore di lavoro non versa i contributi: cosa fare subito

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Fisco, tasse e tributi

(QuiFinanza.it) Cosa succede quando un datore di lavoro non versa i contributi Inps dovuti per i propri dipendenti? Questa mancanza, è importante sottolinearlo, è sanzionata dalla legge. Purtroppo, però, per il lavoratore questo ammanco di contributo può creare non poche problematiche nel momento in cui deve andare in pensione.

Può capitare, invece, che un lavoratore autonomo, il quale deve versare in autonomia i contributi, non effettui questa importante operazione. Anche quando si viene a verificare questa situazione, le conseguenze per il lavoratore non sono del tutto indifferenti. e non solo nel momento in cui dovrà andare in pensione.

Una terza ipotesi che si può venire a verificare è il lavoratore, che per una serie di circostanze sfortunate, non riesca ad accumulare contributi a sufficienza per poter andare in pensione: questa particolare situazione si può venire a verificare quando c’è una certa instabilità lavorativa o quando il lavoratore rimane per un lungo periodo disoccupato.

Come abbiamo visto sono molteplici le cause che possono portare ad un’assenza di versamenti dei contributi. Cerchiamo di capire quali sono le conseguenze dei mancati versamenti e come sia possibile porvi un rimedio.

Lavoratore dipendente: i contributi non versati

Spetta direttamente al datore di lavoro effettuare i pagamenti dei contributi dei lavoratori dipendenti: per farlo deve utilizzare un Modello F24. L’onere contributivo è in parte in capo allo stesso dipendente e in parte all’azienda. Quanto deve essere versato all’Inps viene trattenuto mensilmente direttamente dalla busta paga dal datore di lavoro che agisce come sostituto d’imposta.

Cosa succede, però, quando il datore di lavoro non effettua il versamento? Ricordiamo, infatti, che i contributi previdenziali sono una determinata somma di denaro che il datore di lavoro è obbligato a versare, rispettando alcuni parametri ed alcune tempistiche disposte direttamente dalla legge.

Nel caso in cui l’azienda, per un motivo od un altro, non dovesse rispettare questo obbligo, si ritrova in una situazione di evasione contributiva. Ricordiamo che i contributi, che devono essere versati obbligatoriamente, corrispondono al 33% della retribuzione del dipendente.

I datori di lavoro sono considerati a tutti gli effetti come dei sostituti d’imposta. Lo stesso ruolo lo assumono anche quanti provvedono a pagare i contributi dei propri lavoratori domestici, delle colf o delle badanti. Nel caso in cui il datore di lavoro non provvede a versare nei tempi utili questi contributi, dovrà pagare alcune sanzioni di tipo pe


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