Scaduti i termini per l’invio del Report Pari opportunità per le aziende con più di 50 dipendenti

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
Wall Street

Il 14 ottobre scade il termine per presentare il rapporto biennale sulla parità di genere per le PMI con più di 50 dipendenti. Tale impegno, relativo alla situazione interna dei dipendenti, uomini e donne, è stato introdotto quest’anno per la prima volta.

Sanzioni per mancato adempimento

In caso di mancata invio, entro 60 giorni viene emesso un invito (proveniente dall’Ufficio Regionale del Lavoro), a pena di sanzione amministrativa da 103 a 516 euro. Dopo 12 mesi, ci sarà anche una sospensione di un anno di eventuali benefici di cui l’azienda ha già goduto.

Impegno per le pari opportunità: Il riferimento normativo è l’articolo 46 del D.Lgs. 198/2006, modificato dalla Legge 162/2021, che ha ridotto da 100 a 50 la soglia minima per il numero dei dipendenti, oltre la quale la redazione di una relazione periodica sulla situazione degli uomini e delle donne è obbligatorio,

Il report obbligatorio deve segnalare e lo stato di assunzione, formazione, promozione professionale, livelli, cambi di categoria o qualifica, altri fenomeni di mobilità, intervento dell’integrazione salariale, licenziamenti, prepensionamenti e pensionamenti, retribuzione effettivamente corrisposta. La relazione che le aziende pubbliche e private devono redigere fa riferimento alla posizione di uomini e donne in azienda, compresi contratti, stipendi, formazione, promozioni. Le aziende con un massimo di 50 dipendenti possono completare il rapporto su base volontaria.

La procedura da compilare e inoltrare per via telematica attraverso il portale https://servizi.lavoro.gov.it. Per il biennio 2021 la relazione doveva essere presentata entro il 14 ottobre 2022 e per i prossimi due anni la scadenza sarà il 30 aprile ogni due anni. Insieme alla ricevuta dovrà essere inviata anche una copia del verbale. inviato dal datore di lavoro alle rappresentanze sindacali dell’azienda.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro  verifica l’esattezza delle segnalazioni e, in caso di incongruenze o imprecisioni, le aziende sono soggette a sanzioni che vanno da mille a cinquemila euro. Le aziende che hanno necessità di redigere un verbale, a pena di esclusione, devono presentarne copia per partecipare ad un’asta pubblica sulla base delle risorse del PNRR e del PNC.

Certificazione di uguaglianza di genere

Il Rapporto Pari Opportunità è un requisito diverso rispetto alla Certificazione di Parità di Genere reintrodotta dalla Legge 162/2021 del 1 gennaio 2022. Con i fondi del PNRR, il Dipartimento per le Pari Opportunità ha rafforzato misure specifiche a sostegno del pymes. chi vuole essere certificato Questa certificazione convalida le politiche e le misure specifiche adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in termini di opportunità di crescita aziendale, parità retributiva a parità di lavoro, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità.
Il 24 marzo è stato firmato il documento pratiche di riferimento UNI/PdR 125:2022, che definisce i criteri, i requisiti tecnici e gli elementi funzionali per la certificazione di genere (sulle opportunità di carriera, parità retributiva a parità di funzioni, politiche di gestione, differenze di genere e tutela della maternità) . Per le imprese che lo ricevono (i parametri saranno fissati con ordinanze dirigenziali del ministero) sono previsti incentivi: ad esempio benefici in contributi, punti in caso di partecipazione a gare e concorsi pubblici. L’adozione è inoltre supportata da specifici incentivi fiscali e sugli appalti pubblici.

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