Satec di Confindustria Nautica: una crescita del settore reattiva e solida ma ci sono ritardi nelle materie prime

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
salone nautico genova

A Viareggio, presso il Principino Eventi, la Convention Satec di Confindustria Nautica presenta dati davvero favorevoli e viene presentato un aggiornamento sulla 62ª edizione del Salone Nautico Internazionale che si terrà a Genova dal 22 al 27 settembre prossimi

Il presidente Saverio Cecchi ha affermato: “anche nel 2021 una crescita dell’Associazione che si è accompagnata a una crescita del settore reattiva e solida, con positive prospettive anche per l’anno nautico in corso. E non è poco, dati gli scenari economico-politici che stiamo attraversando”.  Lo dice  durante l’Assemblea dei soci a Viareggio, presso il Principino Eventi, la Convention Satec di Confindustria Nautica che oggi ha aperto le sessioni della convention del settore nautico vista come il momento annuale di incontro delle aziende associate e importante occasione di confronto per gli imprenditori e gli operatori del settore, le istituzioni e la stampa.

Si è dibattuto anche il tema dell’approvvigionamento di materie prime e componenti e alle conseguenze su produzione e consegne in questo settore:  i tempi di consegna delle materie prime dai principali fornitori nel 2021 infatti sono stati più lunghi ed hanno subito una stabilizzazione solo negli ultimi mesi dell’anno: 24% fino a 4 settimane, 39%  tra 5 e 8 settimane, 13% tra 9 e 15 settimane, 17% tra 16 e 30 settimane, 7% su 30 settimane.

I ritardi sulle consegne però sono stati abilmente abbattuti dalle imprese di settore grazie ad  un’adeguata programmazione di ordini di materie prime e componenti ai fornitori.  Inoltre non solo ritardi nelle consegne ma anche aumenti dei costi: il 92% dei fornitori di materie prime e componenti hanno aumentato i listini rispetto all’anno precedente.

Inoltre le  sanzioni europee imposte alla Russia hanno penalizzato alcune aziende di questo settore ma non in modo significativo: il 60% delle aziende non si è sentito penalizzato dalle sanzioni, il 32% ha risposto di si ma con un impatto poco significativo. Solo per l’8%  l’impatto della chiusura al mercato è stato significativo.

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