AGI – Salta ancora il vertice ministeriale dei 23 membri dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) e dei loro alleati, che era stato riprogrammato oggi per il mancato accordo di giovedì scorso.
La riunione è stata nuovamente rinviata a data da destinarsi dopo il fallimento di ogni tentativo di trovare una soluzione di compromesso su come gestire i prossimi aumenti della produzione di greggio, previsti a partire da agosto.
L’empasse preoccupa il mondo e i banchieri centrali. E come da attese i prezzi del petrolio sono saliti ancora di più. Il timore degli analisti è che il rialzo spinga ulteriormente l’inflazione dei paesi Ocse (e non solo) e metta a repentaglio la ripresa economica globale.
Il Wti sale dell’1,57% a 76,34 dollari al barile e il Brent guadagna lo 0,76% a 76,90 dollari. Da inizio anno i prezzi dei due benchmark principali hanno guadagnato oltre il 50% con il Brent che punta ormai agli 80 dollari.
L’estensione dell’accordo in corso ha trovato finora la strenua opposizione degli Emirati Arabi. Mentre l’Opec apre con cautela il rubinetto con l’inizio di una fragile ripresa economica glo
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