(Money.it) Primi spiragli di luce per un futuro dialogo tra il Governo e l’opposizione sul salario minimo garantito. Ciò non vuol dire che l’esecutivo darà il suo consenso alla proposta dell’opposizione, ma per la prima volta sembra aprirsi al confronto – cosa finora mai manifestata.
E i cenni di apertura del Governo arrivano direttamente dalla premier Giorgia Meloni, che dichiara di essere stata sempre “laica” sul salario minimo, spiegando quali sono stati i contro che hanno sempre portato la maggioranza a non accettare alcuna proposta di stipendio base.
Il rischio, secondo la premier, sarebbe quello che il salario minimo possa diventare un “parametro sostitutivo” e non “aggiuntivo”, peggiorando le condizioni lavorative di migliaia di impiegati che presentano uno stipendio base più elevato. Intanto solo pochi giorni fa l’opposizione è riuscita a salvare in calcio d’angolo la proposta per il salario minimo che la maggioranza ha provato ad affossare con un emendamento soppressivo.
E mentre il dibattito va avanti cerchiamo di capire cosa sta accadendo e perché il salario minimo potrebbe essere approvato.
Salario minimo, a che punto siamo in Italia: pro e contro
Il dibattito sul salario minimo non ha mai perso intensità, portando a ripetuti scontri mediatici piuttosto che a un vero confronto sulla proposta di legge dell’opposizione. Un dialogo che potrebbe aprirsi solo adesso che la premier Meloni ha dato primi cenni di disponibilità al dibattito. Meloni ha fornito le ragioni per la quale si è mostrata contraria al salario minimo, in quanto potrebbe comportare un gioco di adeguamenti dei compensi al ribasso.
L’opposizione ribatte che il salario minimo è necessario, in quanto ci sono oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori che guadagnano talmente poco che non riescono a raggiungere alla fine del mese. Intanto il dibattito continua. Basti pensare che fino a pochi giorni fa la ministra d
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