Salario minimo: Giuseppe Conte lo reputa “doveroso e necessario”. 9 euro all’ora per poter gestire il crescente costo della vita

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
Decreto rilancio giuseppe conte agosto

In alcuni Paesi europei è già esistenti, in altri se ne sta parlando. Il tema del salario minimo è al centro del dibattito politico italiano ma finora solo parole. Nulla di fatto per garantire questo diritto nel Belpaese nonostante l’Italia sia una Repubblica basata sul lavoro …. occorrerebbe aggiungere “sul lavoro giustamente retribuito”. Un minimo quindi di 9 euro l’ora per consentire ai lavoratori di far fronte ad un aumento del costo della vita legato ad un’inflazione in forte crescita.

Il dibattito è  aperto in Italia e il tema è il salario minimo che come il reddito di cittadinanza diventa un cavallo di battaglia dibattuto dal Movimento 5 Stelle e del suo leader, Giuseppe Conte, che ancora oggi ne è tornato a parlare e la definisce una misura “doverosa e necessaria” per il Paese.  Con il reddito di cittadinanza, così come è strutturato, che rende meno appetibile il lavoro per coloro che prederebbero salari minimi, forse il salario minimo servirebbe in parte  a colmare il gap creato tra offerta di lavoro e domanda di lavoro.

Ma cos’è il salario minimo e come funziona? Si definisce salario minimo una retribuzione minima totale tutelata dalla legge, che fisserebbe così una soglia base di stipendio con un importo sotto il quale i datori di lavoro non potrebbero retribuire il lavoratore. Ciò che preoccupa che nel 2022 in Europea non esiste una legislazione uniforme in materia e che solo 21  Stati su 27  hanno varato leggi sul tema, mentre i restanti 6 paesi (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) affidano l’individuazione della paga base ai vari contratti collettivi delle diverse categorie.

Nel Paese in particolare il salario minimo è tornato sotto i riflettori della Commissione Lavoro del Senato il 10 maggio scorso. Si sta riavviando finalmente l’iter parlamentare del ddl, a firma dell”ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, testo base al centro della discussione per il riconoscimento, nei contratti, di una retribuzione complessiva non inferiore a 9 euro l’ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali.

Condividi questo articolo
Exit mobile version