“Russia partner affidabile per l’Italia, la Nato era d’accordo”: ecco perché l’Italia comprava gas da Mosca

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Paolo Scaroni, presidente dell’Enel ed ex amministratore delegato dell’Eni, ha spiegato nell’intervista di Repubblica perché l’Italia comprava gas da Mosca, rispondendo alle accuse che lo dipingono come un sostenitore di Putin. Al contrario, racconta Scaroni, gli affari russi per il gas erano una normale consuetudine in Europa, senza alcun rischio economico dato che la Russia era un “partner affidabile per l’Italia, la Nato era d’accordo”.

Perché l’Italia comprava gas da Mosca

Paolo Scaroni ha percorso nell’intervista i rapporti commerciali intrattenuti con la Russia, spiegando le posizioni adottate da Eni nel corso degli anni, senza tralasciare le tematiche più spinose riguardanti l’Iran e l’Ucraina e negando di aver appoggiato Putin con l’acquisto degli asset espropriati a Khodorkovsky. L’attuale presidente dell’Enel ha negato qualsiasi forma di amicizia o simpatia rispetto a Putin, visto l’ultima volta in un incontro ufficiale con Eni del 2013, o ad Alexey Miller (amministratore delegato di Gazprom).

Al contrario, Scaroni sottolinea di aver sempre agito nell’interesse della società e del paese, con l’appoggio del governo e sulla stessa scia degli altri paesi europei. In particolare, quando Paolo Scaroni ha iniziato il suo mandato come amministratore delegato di Eni, era già pronto il rinnovo del contratto con Gazprom.

La bozza, tuttavia, risultava spiacevolmente sbilanciata a favore della Russia (tanto che anche l’Antitrust se ne occupò), così Scaroni racconta di aver rinegoziato il contratto per tutelare gli interessi dell’Italia. Il contratto finale, che riguardava quasi il


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