Russia e Turchia: nessun accordo sulle esportazioni attraverso il Mar Nero

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura
grano e raccolto in iatlia

Situazione terribile per quanto concerne l’export di grano dall’Ucraina. Il blocco della Russia del Mar Nero potrebbe portare ad una forte crisi alimentare. Nel 2021 le esportazioni di grano dell’Ucraina hanno portato cibo a 400 milioni di persone in tutto il mondo. 

Il ricatto della Russia continua e  Lavrov, parlando in una conferenza stampa dopo i  colloqui con il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, aveva sottolineato che la Russia non ha alcuna intenzione di sbloccare i porti  per consentire alle navi bloccate nel Mar Nero di riprendere la navigazione e quindi le esportazioni di grano.

Ribadendo quanto detto ieri ad Ankara, il capo della diplomazia russa ha detto che “ i militari russi dichiarano da più di un mese ogni giorno” la disponibilità a “corridoi di sicurezza, che possono utilizzare liberamente, senza alcuna minaccia per se stessi, qualsiasi nave con merci che aspettano di essere inviate dai porti del Mar Nero, a condizione, ovviamente, che gli ucraini sgomberino la fascia costiera, che, in generale, è sotto il loro controllo. E il fatto che i nostri colleghi turchi stiano cercando di convincere Kiev della necessità di smettere di trascinare questo processo. Penso che sia molto, molto positivo e spero che gli ucraini si rendano conto che non c’è alternativa alla risoluzione di questo problema proprio su questa base, che è comprensibile, ragionevole e obiettiva, e smetteranno ancora una volta di cercare una via d’uscita nelle richieste all’Occidente tese ad armarsi fino ai denti” per “agire contro la flotta russa nel Mar Nero”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che in un discorso alla tv ha detto che il globo interno è sull’orlo di una “terribile crisi alimentare”, con “milioni di persone potrebbero morire di fame se il blocco russo del Mar Nero continua”.

Anche  presidente del Consiglio Mario Draghi, parlando alla Ministeriale Ocse a Parigi afferma: “Gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite sono un passo significativo, purtroppo gli unici. Dobbiamo offrire al presidente Volodymyr Zelensky le assicurazioni necessarie, che i porti non verranno attaccati. E dobbiamo continuare a sostenere i Paesi importatori, come sta facendo l’Ue”.

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