(Money.it) Riunione Fed in primo piano con la nuova decisione sui tassi attesa per il 26 luglio: nuovo aumento o ancora una pausa?
L’interrogativo sembrerebbe risolto con la maggior parte degli analisti a indicare un ritorno all’aggressività da parte di Powell e del FOMC, con un incremento del costo del denaro di 25 punti base dopo che giugno ha visto una pausa nell’aumento dei tassi.
Con le aspettative per la decisione di luglio per lo più all’unanimità, gli investitori staranno attenti a qualsiasi commento di Jerome Powell su come vorrà muoversi la banca centrale da settembre in poi. Ogni parola del presidente Fed sarà passata al setaccio per avere dettagli sul prossimo futuro.
C’è molta attesa per la riunione della Federal Reserve del 26 luglio anche per osservare l’impatto della scelta di politica monetaria su dollaro, azioni, rendimento obbligazionari: cosa sta per accadere e quali previsioni?
Riunione Fed 26 luglio: tassi ancora in aumento? Tutte le previsioni
La Federal Reserve è pronta a lasciare la porta aperta a un altro aumento dei tassi di interesse e a riprendere la sua campagna di inasprimento monetario, mentre i funzionari discutono su quanto ancora limitare l’attività economica per tenere sotto controllo l’inflazione.
Mercoledì 26 luglio si prevede che il Federal Open Market Committee aumenterà il suo tasso di riferimento di un altro quarto di punto percentuale dopo una tregua di giugno. Ciò aumenterà il tasso sui fondi federali a un intervallo obiettivo compreso tra il 5,25% e il 5,5%.
Gli operatori nei mercati dei futures sui fondi federali ritengono che questo sarà l’ultimo incremento di quella che è diventata una campagna storica per reprimere l’inflazione ostinatamente alta. Tuttavia, gli economisti affermano che è improbabile che la Fed segnali davvero la fine dei rialzi, poiché vuole mantenere la flessibilità per inasprire ulteriormente la politica monetaria se i prezzi non dovessero allentarsi quanto previsto nei prossimi mesi.
La speculazione che la Fed potrebbe essere in procinto di porre fine alla sua serie di aumenti dei tassi fa seguito a una recente serie di dati economici che hanno mostrato un deciso rallentamento nelle voci più preoccupanti e persistenti dell’inflazione, nonché un continuo raffreddamento del mercato del lavoro.
La crescita mensile dei posti di lavoro, sebbene ancora robusta, si è moderata rispetto al ritmo medio dello scorso anno e altri segnali di domanda, compresi i posti vacanti, continuano a diminuire. I consumatori continuano a spendere ma con minore intensità e il ritmo mensile dell’inflazione “core”, che esclude i costi volatili di cibo ed energia, è rallentato.
Secondo gli analisti di ING, le possibilità che il tasso resti invariato o che aumenti di 50 punti base sembrano molto remote, visti i commenti dei funzionari. Il dilemma è se la Fed rialzi di 25 punti base e resti fedele all’idea di dover segnalare la probabile necessità di uno o più aumenti dei tassi o se si sposti maggiormente verso una posizione
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