(Money.it) La riunione Fed è in corso e oggi, mercoledì 22 marzo, si saprà la decisione sui tassi in un momento cruciale per la finanzia mondiale.
Dopo il fallimento delle banche Usa e le turbolenze nel colosso Credit Suisse, le mosse della banca centrale e il tono di Powell nella conferenza stampa saranno fondamentali per dare nuove indicaizoni a investitori, economisti e politici. L’economia globale tutta ne sarà coinvolta.
Il punto chiave per la Federal Reserve è se rinunciare a un aumento dei tassi di interesse oppure no, con gli osservatori che ora prezzano di più una scelta ponderata della banca centrale, con lo scopo di allentare le crescenti tensioni finanziarie.
Prima del crollo della Silicon Valley Bank più di una settimana fa, gli investitori scommettevano che la Fed avrebbe alzato i tassi di interesse di 0,5 punti percentuali alla riunione di marzo, costretta a riaccelerare il ritmo della stretta dopo i recenti forti dati sull’occupazione e sull’inflazione.
Tuttavia, le prospettive non sono più così chiare: cosa aspettarsi dalla riunione della Federal Reserve del 21-22 marzo? Alcune previsioni.
Riunione Fed oggi 22 marzo: aumento o pausa per i tassi?
Il disastro del sistema bancario statunitense e l’allarme Credit Suisse sta suggerendo agli investitori che la banca centrale potrebbe aver chiuso, o quasi, con la sua stretta monetaria.
Sebbene le questioni bancarie abbiano poco a che fare con l’inflazione, uno spostamento verso una politica più aggressiva potrebbe portare al panico nei mercati e a maggiori problemi con le banche, che a loro volta richiederebbero un ulteriore intervento da parte della Fed.
I prezzi nel mercato dei futures attualmente suggeriscono che la Fed alzerà i tassi di 0,25 punti percentuali quando si riunirà martedì e mercoledì. Tuttavia, tali stime si sono spostate rapidamente e all’inizio di questa settimana le possibilità di qualsiasi aumento sono vicine allo zero.
L’incontro arriva dopo che i dati sull’inflazione hanno mostrato che i prezzi al consumo hanno continuato a diminuire a febbraio, sebbene il miglioramento sia stato inferiore a quanto previsto dagli economisti. L’indice CPI è salito del 6%
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