Ristoratori: occhio ai tavoli all’aperto senza permesso

Di Barbara Molisano 2 minuti di lettura
Wall Street

Una proroga ma non per molto

Si ha tempo fino a fine anno e poi i tavoli all’aperto senza permesso dovranno rientrare. I ristoratori non devono dimenticare che ciò che è stato concesso a causa del covid terminerà con l’inizio del 2023. Il 31 dicembre 2022, salvo disdetta preventiva da parte del gestore, si potrà ancora beneficiare della semplificazione alle attività di ristorazione o di somministrazione di pasti e bevande di   non chiedere autorizzazioni per installare strutture amovibili come dehor, pedane, tavolini e ombrelloni all’aperto, con occupazione del suolo pubblico. A che consentiva di installare strutture amovibili come dehor, pedane, tavolini e ombrelloni all’aperto, con occupazione del suolo pubblico, a fine anno sarà tutto come prima-

Terminano le semplificazioni per l’occupazione del suolo pubblico

I diversi passaggi della normativa che regola tale concessione:

  • Si tratta di una misura introdotta per la prima volta dall’articolo 9-ter, comma 5, Dl137/2020
  • Diverse proroghe a più riprese
  • Stop al 30 settembre 2022 come concesso dal Decreto Ucraina bis
  • Ultima estensione concessa dal Decreto Aiuti ter (DL 144/2002) all’articolo 40, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 223 del 23 settembre 2022 con termine ultimo al 31 dicembre 2022

Semplificazioni per le aziende statali

Tra le “ulteriori disposizioni di sostegno alle imprese” c’è dunque una dilazione dei tempi per l’occupazione del suolo pubblico, la cui durata era  stata invece fissata inizialmente al  30 settembre 2022 è stata invece posticipata di altri 3 mesi. Grazie a tale concessione Di conseguenza,  i ristoratori possono proseguire fino alla fine del 2022 con l’installazione temporanea, ma senza autorizzazione, di arredi, attrezzature, tavolini presso le strade, piazze, aree e spazi all’aperto.

Per Fipe Confcommercio  questa dilazione consentirà alle imprese di affrontare meglio un periodo che si preannuncia critico sia per l’aumento consistente dei costi, a partire da quelli dell’energia, che per l’atteso rallentamento dell’economia ed è  fondamentale per fronteggiare la drammatica situazione che si trovano ad affrontare i pubblici esercizi in questo momento”. 

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