Finanza Rischi deglobalizzazione, scardinato l’Ordine mondiale. Debito vittima illustre
“I rischi di deglobalizzazione, siano essi economici o geopolitici, rappresentano una minaccia significativa per i quadri di riferimento che hanno guidato l’economia mondiale e gli investitori globali a partire dagli anni Novanta. Poiché questi rischi continuano a profilarsi all’orizzonte, nel 2023 i clienti dovranno adottare approcci di gestione del rischio proattivi e dinamici”. Così scrive Michaël Lok, CIO Group di UBP, nel fare il punto della situazione dei mercati e nel ricordare anche la genesi dei problemi attuali.
Nella nota “Il mondo sta cambiando, i rischi di de-globalizzazione sono in primo piano”, il direttore degli investimenti di UBP ripercorre il passaggio da un’era di deflazione e di tassi bassi, all’era attuale contraddistinta dal boom dell’inflazione e dall’aumento dei tassi da parte di diverse banche centrali.
“L’alba del XXI secolo ha coinciso con l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, dando alle economie occidentali il primo assaggio di deflazione – ricorda il CIO di UBP – Questi shock hanno portato inflazione e tassi d’interesse ad abbassarsi costantemente in tutto il mondo, poiché la produzione a basso costo della Cina ha fatto seguito a materie prime a basso costo che erano entrate nell’economia globale un decennio prima con la caduta dell’Unione Sovietica”.
Michaël Lok, CIO Group di UBP aggiunge che, a suo avviso, sono state le guerre commerciali di
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