Basterebbe snellire le pratiche burocratiche per dotare l’Italia di energia da fonti innovabili quattro volte superiore agli obiettivi 2030. E il tutto con capitali privati.
Siamo ad un vero e proprio collo di bottiglia per le rinnovabili bloccate molto spesso dalla l’iper-burocrazia
Non è un problema di capitali e di risorse . Né è una questione di fattibilità tecnica, perché la rete è già pronta a distribuire energia “complessa”, come quella da fonti rinnovabili, che è diffusa e intermittente.
Sulla scrivania di Terna ci sono le domande di autorizzazione per 280 gigawatt di energia rinnovabile
Di questi 70 GW ci farebbero dire addio al gas russo.
L’energia rinnovabile, fotovoltaica ed eolica, così prodotto non solo ci libererebbe dalla dipendenza dei paesi produttori di gas ma ci farebbe rispettare anche la roadmap di decarbonizzazione 2050 concordata con Bruxelles.
Se tutte le richieste verranno accettate non avremmo più problemi di energia
Le richieste sono anche più del doppio dell’attuale capacità di circa 60 GW. Nel suo intervento al convegno dei Cavalieri del Lavoro, Stefano Donnarumma, amministratore di Terna, non ha fatto altro che rivedere i dati che conosce bene. Le richieste per collegare nuove centrali rinnovabili alla rete ad alta tensione, infatti, finiscono tutte sulla sua scrivania. In attesa del completamento dell’iter autorizzativo e di costruzione, Terna è incaricata di predisporre l’infrastruttura per la spedizione, di cui è unica proprietaria e operatore nazionale.
L’esperto afferma: “Non è un problema di capitali e di risorse. Oggi, anche in seguito al boom dei prezzi dell’energia, il costo di un Megawatt prodotto da un impianto solare «è di circa 5 volte più basso del valore registrato nei primi sei mesi dal PUN. E non è nemmeno un problema di fattibilità tecnica, perché la rete è già preparata a a dispacciare un’energia complessa come quella da fonti rinnovabili, diffusa e intermittente. Almeno i primi 30 GW aggiuntivi saranno gestiti piuttosto tranquillamente .I restanti 40 necessari a centrare gli obiettivi richiederanno lavori di potenziamento della rete e l’installazione di sistemi di accumulo di energia. Terna ha già pianificato investimenti per 20 miliardi di euro entro il 2030 che già tengono conto delle necessità future”.
Terna: applicazioni di connessione da 280 GW
Negli ultimi dieci anni, le nuove installazioni hanno registrato una media di circa 1 GW all’anno, ben al di sotto dei 7-8 GW necessari per raggiungere gli obiettivi del 2030. E quest’anno, nonostante gli sforzi del governo Draghi, non saranno superati i 3GW. Dov’è il collo di bottiglia se le richieste raggiungono davvero i 280 GW?
Pertanto, come in molti altri casi in Italia, ciò che ce lo impedisce autosufficienza energetica a zero emissioni è solo una biforcazione di burocrazia e conflitto politico.