Fra meno di un decennio il 65% delle nostre e fonti di energia dipenderà dalla natura.
FIT FOR 55: un futuro con energie pulite
Mix efficiente di investimenti in infrastrutture di rete, fonti rinnovabili, accumuli e nuove tecnologie digitali compatibili con i principali vincoli tecnici, economici ed amministrativi per una realizzabilità in tempi stretti.
E’ lo scenario Fit For 55 con orizzonte 2030 che Terna e Snam, nel Documento di descrizione degli scenari 2022, hanno messo a punto per delineare un percorso verso la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale tecnicamente e concretamente realizzabile.
Nella costruzione dello scenario con orizzonte 2030, una roadmap ben più aggiornata del Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), è fondamentale tenere conto di tutti i vincoli esistenti, dicono gli estensori del documento, per poi fare leva prioritariamente su soluzioni che siano pienamente mature e realizzabili.
Queste tecnologie pienamente mature sono le fonti rinnovabili (sole e vento), gli accumuli (pompaggi e batterie), le infrastrutture di rete e il digitale, le tecnologie elettriche avanzate (auto elettriche, pompe di calore, sistemi di cottura a induzione).
Le prospettive delle rinnovabili
Già al 2030 lo scenario FF5 presenta una quota pari al 65% di rinnovabili sul fabbisogno elettrico complessivo che sale al 75% se consideriamo la percentuale sulla produzione nazionale complessiva di elettricità. Per raggiungere i target 2030, il documento ha previsto lo sviluppo di fonti rinnovabili per coprire una quota del fabbisogno pari a 120-125 terawattora, equivalenti a più di 70 gigawattora di nuova capacità da fonti rinnovabili rispetto a fine 2019. L’aumento delle rinnovabili si accompagna all’aumento dei sistemi di accumulo e delle reti e allo sviluppo dell’idrogeno.
Il documento contiene poi la ripartizione della capacità rinnovabile, degli accumuli e dell’idrogeno che dovrà essere installata in ogni zona.
L’incremento del solare è concentrato soprattutto al Nord, al Sud e al Centro Sud, quello dell’eolico – onshore e offshore – al Sud. Più limitati gli incrementi in Sicilia e Sardegna, meno interconnesse. Gli accumuli si concentrano al Sud, gli elettrolizzatori in Sicilia e al Nord. Quanto alle aree idonee per il fotovoltaico, secondo i calcoli di Terna e Snam, è idoneo il 27% del territorio italiano. Usando solo il 10% della superficie agricola non utilizzata, si raggiungono gli obiettivi del Fit for 55.
La capacità di Terna di elaborare una fattibile evoluzione del sistema energetico italiano per arrivare alla neutralità carbonica al 2050 trova conferma nell’inserimento della società, per il dodicesimo anno consecutivo, nell’indice ‘Stoxx Global ESG Leaders’ che seleziona le migliori imprese a livello globale per le best practice nel campo ESG (Environment Social Governance).
L’indice ‘Stoxx Global ESG Leaders’ include circa 400 società a livello globale, dopo una valutazione di oltre 1.800 aziende nel mondo
Terna, che gestisce circa 75 mila chilometri di linee ad alta e altissima tensione sul territorio nazionale, ha ottenuto il riconoscimento internazionale grazie alle eccellenti performance registrate in tutti gli ambiti ESG analizzati.
Questo primato internazionale conferma il ruolo di Terna quale regista e abilitatore della transizione energetica per una rete sempre più sostenibile, sicura e resiliente, e testimonia le performance di altissimo livello registrate dalla società nei settori Ambiente, Sociale e Governance. La sostenibilità, infatti, rappresenta un driver strategico e uno dei pilastri su cui si basa l’attività del Gruppo: i circa 10 miliardi di euro complessivi di investimenti, che l’azienda ha previsto nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’, sono considerati per loro natura sostenibili per il 99% in base al criterio di eleggibilità introdotto dalla Tassonomia europea.